Gigio Donnarumma e il Milan: una storia che soltanto un mese fa sembrava destinata a durare in eterno. Dopo la conquista della qualificazione all'Europa League, sembrava scontato che il rinnovo di contratto del portiere campano coincidesse con il primo passo ufficiale della nuova proprietà cinese. L'amministratore delegato Marco Fassone e il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli c'hanno realmente provato: con incontri, telefonate, richieste di colloqui privati, anche pedinamenti nel centro sportivo di Milanello. Ma c'è sempre stata un'altra campana a sminuire, denigrare, criticare il modus operandi della nuova dirigenza del Diavolo.

Una campana esperta, abituata a ben altri rintocchi, vogliosa di emettere il proprio di suono, piuttosto che eseguire lo spartito altrui. Parliamo ovviamente di Mino Raiola: il procuratore dei procuratori, l'evoluzione dell'agente al servizio dell'assistito, diventato più che altro lo strumento per rimpinguare le tasche di tutti i protagonisti nella vicenda.

Dopo l'annuncio in conferenza stampa del duo Fassone-Mirabelli, in cui si segnalava la decisione "definitiva" del ragazzo di non prolungare il proprio rapporto con la squadra del suo cuore, ecco arrivare il ripensamento. Donnarumma va agli Europei under 21 e si trova a fare i conti con il prezzo di quella scelta: nel giro di qualche ora per i tifosi del Milan si trasforma da Gigio in Dollarumma.

Anche le sue prestazioni in campo ne risentono: con gli azzurrini di Di Biagio non convince e la confusione è evidente anche per l'uso smodato che fa dei social, quasi d'un tratto si fosse trasformato in un Balotelli qualsiasi.

Prima esalta il binomio Donnarumma-Raiola ("Ieri, Oggi e Domani") poi, evidentemente punto nell'orgoglio dalle critiche di quel popolo che lo aveva innalzato ad idolo nel giro di poche settimane, posta un messaggio su Instagram nel quale annuncia la volontà di incontrare la società al più presto per discutere l'agognato rinnovo, salvo poi evocare l'attacco hacker e provvedere alla chiusura del profilo social (imbeccato da qualcuno?).

Ed eccoci finalmente ad oggi. Dopo il caffè a Castellammare di Stabia tra papà Donnarumma e mister Montella, dopo l'intesa economica raggiunta tra il Milan e Gigio, dopo la scelta di portare a Milanello anche il fratello Antonio come terzo portiere, arriva pronta la doccia gelata. Il rinnovo è tutto tranne che fatto, manca l'accordo tra il Milan e Raiola.

Si tratta di stabilire le percentuali che la società dovrà versare al procuratore in caso di futura rivendita del giocatore, un modo per dire che tanto - prima o poi - Raiola il suo gioiellino riuscirà a portarlo lontano da Milano e vorrà ottenere la sua cospicua parte di denaro dall'affare.

Ecco perché per Gigio Donnarumma siamo al bivio di una vita intera, nonostante abbia soltanto 18 anni. Perché se è vero che il pubblico del Milan è disamorato nei confronti di questa vicenda, se è vero che la favola si è incrinata, come nel migliore dei film basterebbe un colpo di scena inatteso a rimettere tutte le cose al proprio posto. Un Donnarumma che si impone sulle bizze del suo procuratore, che decide di abbandonare il clan Raiola per gettarsi fra le braccia dell'amato Milan.

Saremo forse troppo romantici, troppo ancorati ad un calcio che non esiste più. Ma è la realtà: Mino Raiola, con le sue pretese indecenti, ha fatto a Donnarumma un grande regalo: quello di tornare l'idolo di un popolo intero, di lavare via la delusione di queste settimane con una firma, di ritornare Gigio, per sempre.