Oggi il premier italiano gentiloni vola in direzione Washington, dove ad attenderlo ci sarà Donald Trump. L'incontro, anticipato da una telefonata di febbraio, avverrà domani alle ore 21:00 italiane, pomeriggio alla Casa Bianca. I temi certi sono Libia ed immigrazione, problema quest ultimo che attanaglia da tempo le coste della nostra nazione e per il quale Trump ha forse il dovere di impegnarsi.

Il sodalizio storico pattuito tra Roma e Washington vede infatti l'incessante applicazione italiana nei conflitti che riguardano la Casa Bianca in Siria, Iraq, Kosovo e Afghanistan, in termini logistici e di cooperazione, non di certo in forze umane, ma comunque significativi a condurre l'intento di una garantita sicurezza collettiva.

La risposta che Trump si spera sia favorevole a concedere, è quella che il suo predecessore Obama aveva già garantito, visto che le iniziative a supporto dell'operare bellico statunitense fornite da Roma bastavano a soddisfare il premier Americano oramai tramontato.

Gentiloni chiede una risoluzione al problema governativo in Libia, il quale sta causando disordini e fuga dalla coste africane di milioni di profughi i quali, purtroppo, ci rimettono anche la pelle sotto le acque del mar Mediterraneo in direzione delle coste del sud Italia. La richiesta di Trump - come ribadita anche ai premier della NATO già accolti alla Casa Bianca - è quella di riuscire ad indirizzare almeno al 2% del Pil di ogni nazione le spese relative alla difesa.

L'Italia è restia a garantire questo risultato, come anche USA è restia ad occuparsi del problema in Libia.

Contributo militare assicurato

La direzione del discorso di Gentiloni sarà quello di un mantenimento della "sicurezza collettiva" nelle zone calde del mondo attraverso un operare logistico e di cooperazione. Le forze militari italiane saranno stanziate in Afghanistan per lo più con la funzione di addestramento, come già avviene, e non di certo di 'prima linea'.

Ma Trump sarà disposto a concedere cooperazione a Roma in merito al problema libico? Il Governo Gentiloni sta appoggiando l'operato del governo di Tripoli, soprattutto per giungere ad una situazione politica stabile nel paese, in modo da mantenere intatti gli investimenti di Palazzo Chigi in questi territori. Roma desidera un intervento in Libia da parte della Casa Bianca per le motivazioni sopra citate, ma il problema sta proprio qui, visto che Trump è restio ad appoggiare la risalita al potere del governo di Tripoli. Il Presidente Americano sarà inoltre presente al G7, che si terrà a breve a Taormina.