Matteo Renzi detta i tempi al Parlamento per l'approvazione della nuova legge elettorale. L'intenzione è di far discutere la proposta del Partito Democratico alla Camera entro giugno, per poi passare subito al Senato. Reazioni stizzite dai Cinquestelle e da Forza Italia: "Renzi ha una bella faccia tosta".

Renzi agli avversari: 'Legge elettorale, diteci solo sì o no'

Matteo Renzi non vuole perdere troppo tempo e spinge forte sull'approvazione della nuova legge elettorale a firma Pd. L'ex Premier chiede alla Commissione Affari costituzionali di valutare in tempi brevi la proposta presentata dal Partito Democratico, così da poter dare un parere entro dieci giorni.

L'intenzione è quella di portare il testo alla Camera per il 29 maggio, così da iniziare la prima discussione parlamentare. Anche in questa fase il segretario dem chiede velocità, intimando all'opposizione di non perdere troppo tempo e di esprimere solamente "dei si o dei no". Non si è fatta attendere la dura replica del movimento 5 stelle e di Forza Italia, sintetizzata nell'espressione di Renato Brunetta: "Renzi ha una bella faccia tosta"

Legge elettorale, Renzi propone il 'Verdinellum'

La fretta di Matteo Renzi è dettata dalla volontà di evitare di dover stringere alleanze future con Forza Italia, cosa che la proposta Pd sulla legge elettorale eviterebbe. Scherzo del destino, l'ideatore della legge è Verdimi, ex seguace di Berlusconi.

Con quella che è stata già ribattezzata il "Verdinellum", Renzi potrebbe ottenere la maggioranza e tornare ad essere il Presidente del Consiglio.

I dubbi sulla proposta Pd

La nuova legge elettorale che Renzi vuol far approvare in tempi tanto celeri è un misto di maggioritario e proporzionale. Nella proposta Pd circa 500 parlamentari verrebbero eletti in piccoli collegi, dove vincerà il candidato che otterrà più voti.

La restante parte del Parlamento verrebbe decisa sulla base delle percentuali dei voti conquistati, con la soglia di sbarramento al 5%. Un sistema che andrebbe a vantaggio di quei partiti che sono ben radicati nel territorio, come Pd e Lega Nord. Per altre liste, come Movimento 5 Stelle e Forza Italia, sarebbe una partenza mutilata, dato che non hanno la stessa capillare presenza sul territorio.

Con questo sistema Renzi potrebbe riprendersi Palazzo Chigi e governare con una buona maggioranza in Parlamento raggiungendo il 35% dei voti. Adesso si attende il parere della Commissione Affari costituzionali, per poi passare alla discussione in aula, ma già si annuncia un dibattito acceso.