Marco Lillo, giornalista de Il Fatto Quotidiano, rende pubblica sul suo libro la telefonata tra Matteo Renzi e il padre, Tiziano. L'ex Premier chiede conto al babbo della discussa cena segreta con l'imprenditore Alfredo Romeo e lo esorta: "Non dire bugie, non ti credo".

Renzi versus Renzi

Non è certo un buon periodo quello tra il Pd e l'editoria. Dopo il riaffiorare delle polemiche sul caso Banca Etruria causato da De Bortoli, ecco che un altro libro riaccende focolai quasi sopiti. È Marco Lillo, giornalista de Il Fatto Quotidiano, a far tornare di moda lo scandalo Consip, pubblicando sul suo libro la telefonata intercorsa tra Matteo Renzi e il padre.

È il 2 marzo del 2017, il segretario del Pd è in tour nel Sud Italia. Dopo aver visitato la Locride si dirige verso Taranto. Sono quasi le dieci di mattina quando Matteo Renzi chiama il padre, Tiziano. L'ex Premier ha appena finito di leggere un pezzo su Repubblica molto forte. Si tratta di un'intervista ad Alfredo Mazzei che svela una cena tra l'imprenditore Romeo e Tiziano Renzi. Una cena segreta, tenutasi in una bettola di Roma, in cui si discusse di appalti e affari. Il segretario Pd stenta a credere a quanto legge e in preda alla rabbia chiama il padre.

Secondo la ricostruzione di Lillo, Matteo Renzi è infuriato. In gioco non ci sarebbe solo la fedina penale del babbo Tiziano, ma anche la sua carriera politica, che rischia di essere seriamente compromessa.

Ecco perché l'ex Primo Ministro in modo duro esorta il padre: "Devi dire tutta la verità ai magistrati". Parole che risuonano quasi come una ramanzina paterna, come quando un bambino la combina grossa. La verità è il leitmotiv della telefonata tra i due Renzi a parti invertite, dove il figlio sgrida il padre.

Quando Tiziano alza la cornetta le prime parole che si sente dire sono: "Non puoi dire che non conosci Mazzei perché lo conosco anche io!".

Un Matteo Renzi terrorizzato dagli esiti dell'inchiesta Consip, tanto da preparare il padre all'interrogatorio che sosterrà l'indomani, il 3 marzo. Tiziano è stato infatti convocato dai pm Ielo e Carrano per chiarire la sua posizione nello scandalo.

"È una cosa molto seria - continua Matteo- devi ricordarti tutti gli incontri e i luoghi".

Dall'altro capo del telefono Renzi padre nega di aver incontrato Romeo e cerca di rassicurare il figlio, che però non pare intenzionato a bersela. "Non ti credo" è la risposta di Matteo, che incalza Tiziano quasi come se fosse un interrogatorio. Il segretario Pd ribadisce poi al babbo: "Non dire bugie o non mi ricordo, questo non è un gioco. Digli tutta la verità". Con queste parole si chiude la telefonata tra i due Renzi, in un confronto duro, tanto umanamente quanto politicamente. Una carriera messa a rischio e un rapporto padre e figlio che cede nel suo punto più importante: la fiducia.