Contatti frequenti e regolari tra lo staff del Presidente Donald Trump e agenti speciali del Cremlino si sarebbero verificati durante l'ultima parte della campagna elettorale americana. Secondo quanto riporta oggi l'Huffington Post sarebbero stati almeno 18. E avrebbe partecipato ad essi anche il defenestrato Michael Flynn. L'indiscrezione riportata dall Huffpost sarebbe basata su informazioni raccolte dalla Reuters, tramite funzionari dell'amministrazione Usa ben informati.
Queste sarebbero in effetti le prime risultanze dell'analisi della documentazione relativa all'indagine denominata Russiagate, cioè la possibile interferenza russa nelle elezioni presidenziali di Novembre 2016.
Anche se le fonti citate dalla Reuters dichiarano di non aver visto prove di un eventuale rapporto collusivo tra Mosca e lo staff di The Donald, l'uscita di queste telefonate ed email aumenta enormemente la pressione, già elevata, sul Presidente. E potrebbe spingere il Congresso degli Stati Uniti a chiedere che gli venga fornito un resoconto completo. E che lo stesso sia messo a disposizione degli investigatori dell'Fbi.
Le ipotesi degli investigatori sui contatti
Secondo gli investigatori i 18 contatti tra il Cremlino e lo staff del Presidente Trump sarebbero avvenuti nel periodo Aprile - Novembre 2016m in concomitanza con l'attacco hacker volto a favorire la campagna elettorale del tycoon americano.
Durante queste conversazioni si sarebbero anche presi accordi relativamente al contenimento dell'espansione cinese, alla risoluzione dei rapporti economici tra Russia e Stati Uniti messi in crisi dalle sanzioni e infine alla strategia comune di lotta contro il terrorismo, in particolare contro l'Isis. C'è da notare che durante le campagne elettorali i contatti con funzionari stranieri, soprattutto se si tratta degli Stati Uniti, non solo insoliti.
Ma ciò che stupisce e insospettisce è la frequenza di questi contatti nel caso dello staff di Trump.
Alcune delle telefonate di cui riferisce la Reuters, riguardano i colloqui avuti tra l'ambasciatore russo Kyslak e Michael Flynn, che hanno portato al suo licenziamento. Ma le telefonate fra l'ambasciatore russo e lo staff presidenziale si sono intensificate dopo l'elezione di Trump.
Le conversazioni riguardarono anche la creazione di un canale alternativo di comunicazione tra Russia e Stati Uniti. che servisse a oltrepassare le resistenze della burocrazia americana considerata ostile ad un miglioramento delle relazioni tra i due Paesi.
Le altre telefonate sarebbero avvenute tra potenti oligarchi russi molto vicini al leader Vladimir Putin e membri dell'amministrazione Trump. Uno di questi sarebbe Viktor Medvedchuck. Putin è stato padrino della figlia di Medvedchuck. Medvedchuck avrebbe sempre negato rapporti con lo staff di Trump. Le altre identità per il momento restano riservate, ma potrebbero essere rese pubbliche per motivi di intelligence a breve, se lo richiedesse il Congresso.
Inoltre ora salta fuori una registrazione secondo cui il Senatore Repubblicano Kevin McCarthy parlando a Capitol Hill con alcuni colleghi il 15 Giugno 2016 avrebbe affermato, secondo quanto riporta il Washington Post, di credere che Putin avesse Trump a libro paga. Secondo l'audio la conversazione sarebbe stata bloccata in quel momento dallo Speaker Repubblicano Paul Ryan che però ha subito ridimensionato l'accaduto: "Era uno scherzo, una battuta di cattivo gusto che nessuno pensa sia vera".