Martedì 27 giugno ricorre il 37° anniversario da quella maledetta sera del 1980, quando un Dc9 della compagnia Itavia si inabissò nel mare tra Ustica e Ponza, per l'esattezza alle ore 20.59. In un primo momento si parlò di cedimento strutturale dell'aereo, ma ben presto emerse una verità diversa e tragica per la quale ancora oggi non sono stati trovati nomi e cognomi dei responsabili. Tragedia che costò la vita a 81 persone, di cui 12 bambini. Daria Bonfietti, parente di una delle persone morte in quell'incidente e fondatrice nel 1988 dell'Associazione Parenti delle vittime della strage di Ustica, continua a far sentire la sua voce contro i silenzi delle Istituzioni.
Mistero di Ustica e Il Muro di Gomma di Marco Risi
Il fatto che la Strage di Ustica sia rimasta un mistero difficile da svelare è testimoniato da un film del 1991, diretto da Marco Risi. Il Muro di gomma ha già nel titolo anche il suo contenuto, denuncia cioè quella barriera di omertà che si è creata intorno all'incidente. Barriera che il film mette in primo piano, attraverso la storia vissuta realmente dal giornalista Andrea Purgatori. Vicenda che il film ripropone nella storia di Rocco, che impersona un giornalista del Corriere della Sera che segue la vicenda per 10 anni, scontrandosi appunto con l'impossibilità di arrivare alla verità.
La denuncia di Daria Bonfietti
Daria Bonfietti nel 2015 sembra riprendere il messaggio del film di Risi, parlando della strage di Ustica.
Anche per lei, infatti, ciò che è stato peggiore di ogni cosa è stato il muro di silenzio che, dopo l'incidente, ha impedito che la verità venisse accertata. "Quelli che sapevano hanno deciso che i cittadini non dovevano sapere: hanno manomesso le registrazioni, cancellato i tracciati radar, bruciato i registri. Ma la cosa più grave è quella di aver costretto i deboli a partecipare alla menzogna, trasformando l'onestà in viltà".
Limiti di una Giustizia che non punisce i colpevoli
Una sentenza penale del 1999 (del giudice Rosario Priore) aveva già stabilito tre tesi inconfutabili:
- l'aereo Dc9 era stato abbattuto da un missile, perché coinvolto in uno scenario di guerra
- due erano i responsabili al vertice: il ministro dei Trasporti (colpevole di non aver controllato il cielo quella notte) e il ministro della Difesa (accusato di aver distrutto tutte le prove sull'incidente)
- la strage di Ustica non fu un fatto solo italiano, ma per lo meno europeo, dato che quella notte sul cielo in questione transitavano aerei americani, francesi, inglesi e belgi.
Di fatto, la sentenza di Priore non consegnò i responsabili alla giustizia.
In un primo momento la sentenza sancì il rinvio a giudizio dei generali dell'aeronautica Lamberto Bartolucci, Zeno Tascio, Corrado Melillo e Franco Ferri insieme ad altre 60 persone, colpevoli di aver distrutto le carte e ostacolato il cammino della giustizia. L'accusa era quella di "attentato contro gli organi costituzionali con l'aggravante dell'alto tradimento" Nel 2000, però, tutti i reati vennero prescritti.
La delusione della Bonfietti alla vigilia della ricorrenza
La Bonfietti è profondamente amareggiata in occasione di questo 37° anniversario. Ancora non si è arrivati a una condanna dei colpevoli, ma, cosa ancora più dolorosa, è che non sembra esserci una volontà delle Istituzioni di trovare i responsabili.
"Tre anni dopo la direttiva Renzi che dispone la desecretazione degli atti sulle stragi dal '60 all' '80, il ministero dei Trasporti non ha ancora depositato nulla". Nulla che sia di valore per un tribunale, niente di diverso da carta straccia. Ciò che denuncia ancora la presidente dell'Associazione vittime di Ustica è l'assenza in Italia di un ente che custodisca la documentazione prodotta. Non solo. Ancora peggiore, dichiara, è la mancanza di una reale volontà politica di fare luce sul mistero in questione.