Nella puntata di questo 2 giugno del programma "Otto e mezzo" su La7 è stata ospite la nota giurista Anna Falcone, una delle protagoniste del referendum costituzionale 2016 come vice-presidente del Comitato per il No e attualmente fra le principali esponenti del Comitato per la Democrazia Costituzionale. Ecco le parti salienti di quello che ha detto rispondendo alle domande di Lilli Gruber.

Anna Falcone parla della crisi della democrazia in Italia e reclama l'attuazione dell'art.3 della Costituzione

Riguardo alla sfiducia dei cittadini nella politica, Anna Falcone ha detto: "Il fatto di poter scegliere i propri rappresentanti e sapere che essi rispondono al popolo, anziché alle segreterie di partito, è una garanzia di democrazia sostanziale del sistema, però probabilmente c'è un problema di mancata attuazione della democrazia così come era stata disegnata in Costituzione.

Questo credo sia il tema centrale attorno al quale i prossimi governi dovrebbero tornare a impegnarsi e i cittadini dovrebbero cominciare a pretendere che essa venga attuata. Direi che la Costituzione italiana dopo essere stata approvata dalla Costituente è stata poi in seguito rivotata due volte dal popolo che ha rigettato prima la riforma di Berlusconi e poi quella di Renzi". Poi ha aggiunto: "La partecipazione è il grande malato di questa democrazia. Il 4 dicembre ha dimostrato che quando gli italiani sanno che il loro voto conta vanno alle urne e lo fanno in massa. Allora il problema non è la politica, io credo che gli italiani vogliano fare politica. Ci sono tanti giovani che vorrebbero esprimere il proprio talento nella società e purtroppo non lo possono fare, questo è il cancro del nostro paese, perché sono bloccati da un sistema che è trasversale.

Questo paese è malato di ingiustizia a tutti i livelli: economico, sociale e di realizzazione di quel progetto di realizzazione della persona scritto nell'articolo 3 della Costituzione, che dà alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli al pieno sviluppo della persona e che invece non si è mai realizzato, anzi si è creato uno Stato minimo e una realtà politica in cui le opzioni sono determinate dal caso, o dalla cooptazione, e comunque governate da un mercantilismo dilagante".

Anna Falcone propone un nuovo polo di sinistra che metta al centro la giustizia sociale e superi le diseguaglianze

Poi Anna Falcone è entrata maggiormente nel merito del dibattito politico, dicendo: "Agli italiani non interessa il destino del singolo leader politico o le alchimie che si possono realizzare in nome del potere, cosa che sembra essere la prima preoccupazione della maggioranza dei soggetti politici in questo momento.

Agli italiani importa semmai di partecipare al processo di formazione delle decisioni pubbliche affinché esse abbiano una ricaduta reale sulle loro vite. Il Movimento 5 Stelle? Ha avuto il merito di rompere uno schema che era diventato ingessato. Ma io non mi sognerei mai di dire che destra e sinistra non esistono più: la destra e la sinistra sono categorie che continueranno a esistere anche mimetizzandosi in forme diverse, ciò che non esiste più è un'architettura delle forze in campo che poteva essere attuale 10 anni fa. Quando sento parlare di rinascita del centrosinistra vedo persone che un tempo rappresentavano il centro ma che adesso sono per temi e obiettivi molto più a sinistra di quella che dovrebbe essere la sinistra".

Sul piano delle proposte politiche ha detto: "Io credo che a sinistra ci sia un campo enorme per costruire una proposta politica che sia realmente di sinistra. Uscendo dalle etichette, ciò vuol dire che si deve dare risposta al dramma delle diseguaglianze che vive questo paese, al dramma di chi vorrebbe vivere con dignità e vedere riconosciuti i propri diritti fondamentali e invece ci ritrova una Repubblica che ha svicolato dai propri compiti ed è diventata preda di una politica che parla di se' stessa e non si cura dei drammi quotidiani delle persone". Poi sullo stesso tema ha aggiunto: "Serve una sinistra della testa, perché testa e cuore devono andare d'accordo. Io mi auguro che la sinistra si avvii alla costruzione di un quarto polo, vorrei dire anzi un terzo polo perché è evidente che ora il PD non è neanche di centro, dato che si allea con Berlusconi non solo per la legge elettorale ma realizzando una sostituzione delle sue politiche: il Jobs Act è una riforma che definire di destra è poco, è una cancellazione totale di diritti nel lavoro.

Io penso che la sinistra adesso si trovi nelle condizioni ideali per creare un'area in cui si possa riconoscere non il 5% degli italiani, ma molti di più: penso a tutte quelle famiglie che vorrebbero avere dei figli e non possono averne perché è un lusso, penso a tutti i giovani laureati e diplomati che mandiamo all'estero ad arricchire il Pil degli altri".

Alla domanda su una sua disponibilità a candidarsi alle prossime elezioni, la Falcone ha risposto: "Io ho dedicato oltre un anno al tema del referendum costituzionale e prima ancora ad altre battaglie. Io penso che i cittadini italiani debbano poter scegliere chi vogliono candidare, ma che nessuno debba avere l'ardire di imporsi nella scena politica, perché la politica non è una carriera ma un servizio che si fa per un periodo della propria vita quando si ha qualcosa da dare al paese.

Ma non ci si candida, semmai ci si mette a disposizione".

Infine Anna Falcone ha detto: "Ci sono delle parole che andrebbero usate in politica: bellezza, felicità e giustizia. Questo paese sarà una democrazia compiuta quando una forza politica nuova, perché c'è bisogno di un'area nuova molto più larga di questo 5% e molto al di là di Pisapia, che deve fondarsi su un programma di giustizia sociale e di superamento delle diseguaglianze. Basterebbe applicare l'art.3 della Costituzione".