Poco più di 72 ore sono bastate al governo per fare marcia indietro sulla Crisi Migratoria. Settantadue ore pregne di eventi, di ultimatum, di comunicazioni. L'Italia aveva bisogno di una risposta veloce e pratica da parte dell'Unione Europea e, a quanto sembra, è riuscita ad ottenerla nel pre-vertice sull'immigrazione di ieri sera a Parigi con Germania e Francia.

L'accordo sulla crisi migratoria

Pur trattandosi solo di un pre-vertice che sarà seguito dal summit ufficiale di Tallin, l'Italia si sente già abbastanza sicura di poter parlare di una "piena intesa" raggiunta con Francia e Germania.

Questa sorta di bozza di accordo raggiunta con i ministri degli interni francese e inglese e con il commissario europeo per gli Affari Interni Dimitri Avramopoulos riguarda principalmente tre punti:

  • Riduzione e regolamentazione degli sbarchi: uno degli scopi principali del summit è sicuramente la riduzione degli sbarchi, vietando l'accesso in porto a chi non sia in regola. Grandi protagoniste - purtroppo, non sempre in positivo - di questa normativa saranno le ONG (organizzazioni non governative), le quali hanno spesso portato più confusione che coordinamento a causa di una eccessiva libertà di azione, che si vorrebbe ora regolamentare e disciplinare. La replica di Medici Senza Frontiere (citandone una come esempio) è chiara: spesso è il sistema di coordinamento di Roma a indirizzare le varie cellule dell'organizzazione e quindi non c'è nessun tipo di libertà caotica: ci si limiterebbe ad "eseguire gli ordini". Lontana ancora la possibilità di coinvolgere altri tipi di porti come destinazioni (caldo in questi giorni è il nome di Malta).
  • Il ruolo della Libia: la Libia è sicuramente il crocevia principale in cui tutte queste "carovane" vengono a confluire, prima di dirigersi verso l'Europa. La mancanza di un "governo stabile" ha tuttavia impedito una limitazione delle imbarcazioni che intendevano partire da lì. Da qui l'idea di un maggiore "sostegno economico" per il controllo delle coste. Il ministro dell'interno Marco Minniti terrà anche un'informativa presso la Camera mercoledì.
  • Ridistribuzione: un minore rigore da parte dell'UE per accedere alla cosiddetta "relocation" è l'ultimo punto parte dell'intesa. Ad oggi sono ammessi alla ridistribuzione su suolo europeo solo i richiedenti asilo di nazionalità con un tasso medio di riconoscimento superiore o uguale al 75%. Uno sbarramento elevato, che "incaglia" in Italia la maggior parte dei migranti.

L'emergenza immigrazione e la chiusura dei porti

Il prevertice arriva proprio nelle ore più calde della crisi, con le coste italiane messe decisamente a dura prova dai flussi di migranti e un'Europa che appariva sempre più distante.

Da qui, la decisione drastica di prendere in considerazione l'idea di sospendere l'applicazione del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea (TFUE) e di chiudere i porti all'accoglienza, limitandosi al puro soccorso in mare.