Domenica 5 novembre 2017 i siciliani saranno chiamati alle urne per eleggere la nuova Assemblea regionale siciliana, a partire da questa volta a sedere in aula saranno soltanto 70 deputati anziché 90 e tra loro anche il presidente della Regione, eletto direttamente dai votanti. Nel cosiddetto listino del presidente ci sarà posto soltanto per sette nomi, tutti eletti in caso di vittoria del candidato governatore, mentre, escluso l'ultimo seggio che sarà assegnato di diritto al candidato presidente secondo classificato, i rimanenti 62 saranno eletti nelle varie circoscrizioni con il sistema proporzionale.

Ecco in quanti siederanno all'ArS dopo la decisione di ridurre il numero degli eletti: Palermo eleggerà 16 deputati anziché 20, Catania ne avrà 13 al posto degli attuali 17, Messina 8 invece che 11, Agrigento ne dovrà fare a meno soltanto di 1 eleggendone questa volta 6, 5 saranno a Siracusa e a Trapani invece che rispettivamente 6 e 7, a Ragusa spettano 4 seggi (ne aveva 5), a Caltanissetta 3 seggi (ne aveva 4) e a Enna i restanti 2 seggi, uno in meno rispetto a prima.

Ma quali saranno e con quali aggregazioni gli schieramenti in corsa per governare l'isola? Partendo dal governatore uscente Rosario Crocetta (PD), ha annunciato il ritiro della sua ricandidatura a presidente della regione Sicilia dichiarando di voler fare spazio a Fabrizio Micari, rettore dell'università di Palermo e candidato scelto dal Pd, sostenuto anche da Ap di Angelino Alfano e frutto dell'intenso lavoro di diplomazia svolto da Leoluca Orlando, sindaco attuale di Palermo e da ampi settori Dem.

Crocetta, che accetta di fare spazio a Micari in cambio della promessa strappata a Renzi di un posto alla Camera, così dichiara in una intervista rilasciata a Sky tg 24, ha deciso però di presentarsi come capolista del Megafono alle Elezioni regionali, nei collegi di Palermo, Catania e Messina, suscitando polemiche di settori del suo partito.

Su questo fronte sempre più accreditata l'ipotesi di un ticket tra Micari e Giovanni La Via.

Sul fronte Berlusconiano (FI), il centrodestra unito ha chiuso la partita convergendo su Nello Musumeci, giá candidato a presiedere Palazzo d'Orleans alle precedenti elezioni regionali, avendo avuto la meglio su l'avvocato Gaetano Armao, che pure aveva colpito positivamente Silvio Berlusconi in un recente faccia a faccia ad Arcore.

Sulla scelta di Musumeci, Gianfranco Miccichè, commissario di Forza Italia in Sicilia spiega: "Dopo aver parlato con entrambi e anche col presidente Berlusconi, sta prevalendo il buonsenso". Il politico catanese ex presidente della provincia di Catania ed esponente di Fdi, sarà dunque alla guida della coalizione che va da Forza Italia a Noi con Salvini, da Fdi a Udc e che godrà dell'appoggio degli Autonomisti, di Cantiere popolare, Cdu e movimento civico Idea Sicilia di Lagalla. Armao, fondatore dei 'SicilianiIndignati', è, invece, il più accreditato al ruolo di vicepresidente della Regione.

Si complica invece la situazione per il Movimento 5 Stelle circa la candidatura a Presidente di Giancarlo Cancelleri: il tribunale di Palermo ha infatti sospeso la votazione che aveva incoronato il leader del movimento nell'isola, accogliendo in via cautelare il ricorso presentato da Mauro Giulivi, escluso dalla selezione.

Giulivi nell'esposto lamentava di essere stato escluso con un espediente e senza reale motivazione.

Antipatica questione da risolvere in piena campagna elettorale per i 5 stelle siciliani, che però ribadiscono attraverso Luigi Di Maio l'intenzione di andare avanti con la campagna elettorale per Giancarlo Cancelleri presidente.

Sfida alle regionali aperta anche per il critico d'arte Vittorio Sgarbi, pure lui candidato al ruolo di presidente della regione Sicilia con il plauso dell'ex Governatore isolano dal 2001 al 2008 e Senatore dell'UdC, Totó Cuffaro. Sgarbi ha già amministrato sull'isola: per quattro anni, infatti, è stato sindaco di Salemi, in provincia di Trapani. Cuffaro, fuori dalla Politica direttamente, intervistato da Klaus Davi ha dichiarato: "Non ho molto da dare, non sono un uomo potente.

Non gli do il mio voto perché sono interdetto e non voto. Ma il mio sostegno sì. Se facessi parte di questa politica di centro-destra penserei a contattare Sgarbi e ad aprire un rapporto con lui, ma siccome non conto niente mi avvalgo della facoltà di non dare consigli”.