Segnatevi sul calendario questo: tra un anno esatto la Sicilia, salvo imprevisti molto imprevisti, tornerà alle urne per decidere il suo prossimo governo. Come di consueto da queste parti, le elezioni sono il punto nevralgico di tutti gli assetti di potere - più o meno limpidi - di questa travagliata regione, in cui "vecchi arnesi" politici si sprecano in rinverginimenti e sprovveduti delfini di questo o quel politico o ras locale, proponendosi come il nuovo o per il cambiamento.

Non serve citare "Il Gattopardo" per comprendere come, in questi giorni, si stia mettendo in moto la macchina del consenso, con liste che sbucano dal nulla, senza storia e forse senza uno straccio di progetto e credibilità, tutte con l'intento di racimolare quei voti necessari per darsi un peso nel "parlamento siciliano".

Qui i consiglieri regionali si fanno chiamare deputati, e l'assemblea regionale viene considerata un parlamento, aspetti folkloristici dell'autonomia siciliana.

A proposito di liste e listarelle, non poteva mancare un altissimo rappresentante della Sicilia del presente, il Ministro Alfano, giunto nell'isola negli ultimi giorni per dei convegni sul "Sì referendario", che ha parlato di un "soggetto moderato che probabilmente verrà dal mondo della società civile, dal mondo delle professioni, che poi porteremo all'attenzione di tutti". Dall'altra parte - ma sarebbe meglio dire in compagnia di quest'ultimo - abbiamo il Pd siciliano, quello di Faraone/Renzi, che prepara il benservito al governatore e alle sue aspirazioni di ricandidatura con nomi quali Giusy Nicolini, sindaco immagine di Lampedusa, o il sempiterno sindaco di Catania Enzo Bianco, o addirittura lo stesso "podestà renziano" in Sicilia, Davide Faraone.

A parte le varie liste di nuovi o riciclati in base ai giudizi, come quella dell' ex deputato siciliano Ferrandelli, di cui non si sa se correrà da solo o se si inserirà in qualche partito per fare la figurina del cambiamento, abbiamo il quotatissimo - secondo i sondaggi o le paure di alcuni - Movimento 5 Stelle, nella persona del deputato regionale Giancarlo Cancelleri, candidato "in pectore" per i pentastellati.

Del centrodestra ancora non si sa nulla, cosa peraltro estendibile a livello nazionale.

Le prossime elezioni, tra l'altro, vedranno un cambio a livello locale delle elezioni amministrative.Infatti su proposta della maggioranza di Crocetta assieme a Forza Italia, nei comuni siciliani adesso non ci sarà più il ballottaggio. Secondo alcuni, considerati maligni, anche se sembra un'eventualità piuttosto evidente, questa decisione non andrebbe a favorire il M5S.

Crocetta con queste ultime mosse come il cambio della legge elettorale e dei comuni, l'ultima esternazione sul "Sì" al referendum del 4 dicembre, fino alle iniziative volte ad ottenere facili consensi, sta cercando di riavvicinarsi a Renzi nella prospettiva di essere ricandidato, visto come negli anni lo stesso segretario/Premier del Pd non abbia celato ilmalessere nei confronti del governatore, cosa peraltro ricambiata. Solo la presenza e la papabilità elettorale "grillina" nell'isola ha evitato che Rosario Crocetta facesse la fine di Marino, l'ex sindaco di Roma sfiduciato da Renzi e decaduto dal ruolo con un discutibile atto notarile sottoscritto dalla maggioranza capitolina. Staremo a vedere le prossime mosse dei partiti, anche se una cosa di certo non potrà mancare nelle prossime elezioni regionali, in proporzioni probabilmente maggiori di quanto non sia accaduto in passato: l'astensione.