Secondo tutti gli ultimi sondaggi il M5S è nettamente il primo movimento politico in Italia, con percentuali che oscillano tra il 27 e il 29% dei potenziali consensi. Ma al M5S rappresentato dal candidato premier Luigi Di Maio non basterà vincere le elezioni di marzo per ottenere l’incarico di governo ed entrare a Palazzo Chigi. Di Maio dovrebbe ottenere per forza (lo prescrive la legge) il voto di fiducia delle due camere, ma il divieto pentastellato di stringere alleanze pre o post elettorali rischia di pesare come un macigno sul futuro politico del vicepresidente della Camera.
Per questo, anche se a rivelarlo è il quotidiano Il Giornale (fonte non proprio ‘amica’ del M5S), il fondatore del movimento Beppe Grillo starebbe già lavorando al ‘dopo Gigino’. Possibili sostituti? Alessandro Di Battista, Roberto Fico o Roberta Lombardi.
Di Maio rischia di vincere ma senza poter governare
Secondo il giornalista del quotidiano berlusconiano, Pasquale Napolitano, l’obiettivo di Beppe Grillo è quello di conservare praticamente intatte le potenzialità elettorali e di consenso del M5S, anche in caso di esito non positivo delle elezioni politiche di marzo. Anche se, come detto, il Movimento sotto la guida politica di Luigi Di Maio si conferma in testa a tutti i sondaggi, il rischio è quello di non ottenere il voto di fiducia da nessuno degli altri partiti e, conseguentemente, nemmeno l’incarico di formare il governo da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La proposta formulata da Di Maio di presentarsi alle Camere “per vedere chi ci sta sul nostro programma” - definita dal direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio “roba da fumetti per ragazzi” - non sta infatti giuridicamente in piedi. Lo spiega oggi, proprio sul Fatto, l’ex magistrato Nicola Ferri, il quale ricorda a tutti, ma soprattutto agli sprovveduti attivisti grillini, che la suddetta proposta “manca di un passaggio fondamentale imposto dalla Costituzione” all’articolo 94: qualsiasi governo, per entrare in carica, deve ottenere la fiducia delle due Camere con mozione “motivata e votata per appello nominale”.
Di Battista al posto di Di Maio?
Una fiducia parlamentare che il M5S rischia di non ottenere mai, viste le regole stringenti contro qualsiasi accordo o alleanza auto imposte dal Movimento. Per questo, secondo Il Giornale, Beppe Grillo starebbe già lavorando a un possibile scenario ‘dopo Di Maio’. Secondo Napolitano, la figura di Luigi Di Maio non avrebbe “sfondato”, soprattutto nel “mondo imprenditoriale”.
Per questo motivo, al fine di preservarle, il guru Grillo avrebbe chiesto di fare un “passo di lato” a figure di primo piano come, appunto, Di Battista, Fico e Lombardi. Ecco spiegato perché nello staff di Di Maio figurano solo persone a lui “fidate” (ma sacrificabili) come Rocco Casalino, Vincenzo Spadafora e Dario De Falco. In caso di sconfitta elettorale, o di altri problemi post voto, a grillo basterà staccare la spina a questo gruppo dirigente per mantenere in vita il M5S. Ma forse si tratta di fantapolitica.