Liberi e Uguali ha scelto: il partito correrà da solo alle prossime elezioni regionali in Lombardia, appoggiando la candidatura a governatore di Onorio Rosati, consigliere uscente di Mdp ed ex sindacalista della Cgil. La decisione, definitiva e irrevocabile, è stata presa ieri, 12 gennaio, durante l’assemblea locale del partito guidato da Pietro Grasso che ha incoronato Rosati candidato unico di LeU. Niente appoggio per il candidato del Pd, Giorgio Gori, dunque, come avevano auspicato, tra gli altri, due dei padri nobili del centrosinistra come Romano Prodi e Walter Veltroni.

L’attuale sindaco di Bergamo, designato da Matteo Renzi per cercare di prendere il posto del governatore uscente Roberto Maroni, non l’ha presa bene e, durante un’intervista rilasciata questa mattina a Repubblica, non le ha mandate a dire ai ‘fratelli-coltelli’ della sinistra.

La reazione di Gori allo schiaffo di LeU

Sono passate appena poche ore dal voto per acclamazione che ha incoronato Onorio Rosati ‘campione’ di LeU alle prossime elezioni regionali in Lombardia, che Giorgio Gori decide di battere un colpo. L’ex direttore delle reti Mediaset di Berlusconi è convinto che, quella che si gioca in Lombardia, sia una “partita fondamentale” che politicamente vale molto di più dell’elezione del governatore della regione in cui risiede circa un sesto della popolazione italiana.

Una constatazione ovvia, secondo Gori, il quale, con un pizzico di sarcasmo, si dice dispiaciuto che i membri del gruppo dirigente di Liberi e Uguali non ne abbiano capito l’importanza perché “offuscati dall’odio per il Pd”. Il frontman renziano nella regione più ricca d’Italia lascia intendere di aver fatto tutto il possibile per favorire l’unità del centrosinistra nella sua regione, senza però ottenere “risposte” positive, e dovendo ascoltare, suo malgrado, “ragioni via via sempre diverse”.

Gori accusa Bersani, D’Alema e Grasso di aver accampato scuse sempre diverse come quella della “candidatura non condivisa” o il contrasto allo slogan goriano ‘Fare, meglio!’. In realtà, se ne dice convinto il sindaco di Bergamo, “nessuno ha cercato un confronto” sul “programma” di governo che, invece, dovrebbe essere l’unico punto che conta davvero per “misurare le vicinanze” tra le varie forze di centrosinistra.

Programma che, su ambiente, diritto allo studio e lotta alla povertà, conclude amaro Gori, non presenta “alcuna distanza” tra Pd e LeU.

Abaterusso (LeU): “Prodi, Veltroni e Gori stiano sereni’

Naturalmente opposta la posizione di LeU che esulta compatta dopo la designazione di Rosati. Un commento su tutti è quello di Ernesto Abaterusso il quale, su Facebook, pubblica un breve post per confermare che il candidato presidente in Lombardia del partito di Pietro Grasso “si chiama Onorio Rosati”. Prodi, Veltroni e Gori, dunque, scrive Abaterusso, “stiano sereni e vadano a cercare nel passato e nel Pd della rottamazione le ragioni delle attuali divisioni”. La reazione del senatore Andrea Marcucci al presunto ‘tradimento’ dei compagni la dice lunga sull’aria che tira nel Pd. Secondo Marcucci, infatti, la decisione di LeU di correre da soli in Lombardia rappresenta un “regalo enorme che la sinistra radicale elargisce alla Lega”.