Lo scandalo Russiagate continua a perseguitare il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ad aggiungere ulteriore carne al fuoco è, questa volta, nientemeno che il Congresso degli Stati Uniti, o più precisamente il suo Comitato di intelligence. Sarebbe stato reso pubblico, infatti, un Dossier, fino ad oggi, top secret, in cui viene riportata la testimonianza, rilasciata lo scorso novembre 2017, dall'ex giornalista del Wall Street Journal Glenn Simpson, secondo la quale la ricchezza del Presidente sarebbe il prodotto di fondi e trust costituiti dal padre.
Se fosse solo questo non sarebbe certo una rivelazione esplosiva. Ciò che rischia di mettere ulteriormente nei guai The Donald sono altri passaggi della testimonianza di Simpson.
I soldi dei russi
Secondo quanto riferito da Simpson nel corso della sua testimonianza il Presidente avrebbe ricevuto finanziamenti direttamente dalla Russia attraverso il finanziamento delle sue attività a Toronto, in Canada, a Panama e in altri paesi esteri. Non solo, ma questi finanziamenti non proverebbero da classici imprenditori, ma, addirittura dalla mafia russa. Inoltre, prima ancora, sempre secondo le dichiarazioni di Simpson, Trump avrebbe cercato l'appoggio della criminalità organizzata italiana.
Le probabili conseguenze
Queste rivelazioni, cristallizzate nel Dossier appena reso pubblico e preparato dalla Fusion Gps, di cui Simpson è stato uno dei fondatori, escono nel momento in cui l'indagine sul Russiagate, coordinata da Procuratore Robert Muller, sta per focalizzare l'attenzione sul ristretto entourage del Presidente.
Primo fra tutti lo stratega della campagna elettorale del Presidente Trump, Steve Bannon.
Il Dossier, poi, metterebbe anche in evidenza le collusioni tra l'amministrazione presidenziale uscente di Barack Obama, l'FBI e il comitato elettorale della candidata democratica Hillary Clinton. E questo sia prima che dopo l'elezione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Le rivelazioni del Dossier stanno creando un vero sconquasso all'interno dell'opinione pubblica americana e non solo. Anche il mondo politico americano sta cominciando a temere o ad augurarsi che il Presidente non riesca a terminare neanche il primo dei due mandati possibili. Per tutti valgono le parole del Repubblicano Mark Meadows che è arrivato a definire scioccante il contenuto del Dossier del Comitato di intelligence, denominato House Intel, e secondo cui gli americani, e con loro il mondo intero, hanno diritto di conoscere la verità.