Che tra Sgarbi e Di Maio non corra buon sangue, è ormai un fatto noto. A dirla tutta, il noto critico d’arte ferrarese sembra essere più interessato al candidato premier del Movimento 5 Stelle che non il viceversa. La diatriba tra i due politici, si è così arricchita ieri di un nuovo capitolo, riguardante questa volta i primi nomi svelati dal delfino di Beppe Grillo per una ipotetica squadra di governo.

Il nome della discordia

Luigi Di Maio, dal canto suo, si trova in un momento politico importante per sé e il suo partito, ma non di certo facile, anche a causa del problema degli impresentabili.

Per questo motivo, Di Maio, nella trasmissione in mezz’ora condotta da Lucia Annunziata, alla quale ha partecipato insieme ad Alessandro Di Battista, altro noto militante pentastellato, ha deciso di fare un passo importante rendendo pubblico di aver già ben chiaro quale sarà la sua squadra di governo, che annuncerà nei prossimi giorni.

Di Maio, ha annunciato che i Ministri dell’Interno, degli Esteri e della Difesa saranno donne, ma non solo. Di Maio ha voluto svelare un nome, che sarà posto a capo del Ministero dell’Ambiente; un Ministero che Di Maio, venendo dalla terra dei fuochi, ritiene estremamente importante. Il nome in questione è quello di Sergio Costa, comandante della Regione Campania dei Carabinieri forestali, laureato in Scienze Agrarie, master in Diritto dell'Ambiente e specializzato in investigazioni ambientali.

Un nome di peso, anche perché Costa si è distinto nella lotta ai crimini ambientali specialmente nel contrasto alle ecomafie.

L’immediato intervento di Sgarbi

Vittorio sgarbi, che candidato per Forza Italia sfiderà Di Maio nel collegio di Pomigliano d’Arco, tramite il suo ufficio stampa ha immediatamente stigmatizzato il nome fatto da Di Maio.

L’ira di Sgarbi, si concentra sul fatto che, a suo dire, il generale abbia accettato una candidatura di tal genere senza prima sospendersi o entrare in aspettativa. Sgarbi, come suo costume, parla in maniera diretta; definendo Costa non più generale dell’Arma dei Carabinieri ma generale dei 5 Stelle. L’ex sindaco di Salemi vede, in questo comportamento, lo smarrimento del contegno, della disciplina, del senso delle istituzioni e dell'onore.

Sgarbi prosegue il suo intervento augurandosi che Costa lasci immediatamente l’Arma dei Carabinieri per dedicarsi, in attesa della nomina a fare il generale pentastellato o in alternativa la guardia privata per Luigi Di Maio. In caso contrario, conclude il critico d’arte, Costa non sarebbe un uomo d’onore.