Non ha usato mezzi termini né giri di parole il ministro dell'Interno Marco minniti per lanciare, a poco più di 10 giorni dal voto delle Elezioni politiche 2018, l'allarme mafie alle urne. L'impegno del governo uscente, a detta del dirigente nazionale del Partito Democratico che dal 12 dicembre 2016 siede al Viminale, ha permesso alle istituzioni italiane di compiere passi in avanti significativi sul terreno della lotta alla criminalità organizzata, ma la strada da fare per ripristinare a pieno la legalità in alcune aree del Paese, evidentemente, è ancora lunga.

“Il rischio è che vengano condizionati gli elettori” mettendo in gioco “le libertà democratiche”, ha ammonito l'ex sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio ai tempi dell'esecutivo di centrosinistra a guida D'Alema, intervenendo alla Relazione conclusiva della Commissione Antimafia di fronte a Rosy Bindi e al Procuratore Nazionale Cafiero De Raho.

Elezioni politiche, Minniti teme infiltrazioni mafiose

Come se non bastasse, esiste anche la minaccia terroristica che (oggi più che mai) costringe forze dell'ordine e servizi di sicurezza a sforzi straordinari a tutela della cittadinanza, anche se lo stesso Minniti rivendica i risultati ottenuti su questo fronte dal governo Gentiloni, riuscito a suo avviso, non senza un dispendio notevole di energie a livello investigativo, a “tenere alta la sfida” rispetto al pericolo di attentati ed azioni stragiste di gruppi estremisti.

“Mafia e terrorismo”, secondo il ministro dell'Interno, rappresentano due forme di attacco alla democrazia che andrebbero contrastate da istituzioni e forze politiche a viso aperto, perché “non ci può essere silenzio in campagna elettorale” soprattutto in una fase così delicata per la vita pubblica del Paese.

Mafia ed elezioni, l'appello del ministro Minniti

In particolare, con le parole piuttosto irrituali appena pronunciate di fronte ai componenti della Commissione Antimafia impegnati nella Relazione annuale, Marco Minniti ha inteso lanciare un forte appello alla coesione nazionale contro la presenza ingombrante di clan e cosche nella competizione elettorale: il rischio di infiltrazioni criminali alle urne, tra l'altro, non riguarda soltanto le regioni a storica penetrazione mafiosa, ma sembra destinato ad estendersi a macchia di leopardo da nord a sud del territorio italiano.