M5S e Casaleggio Associati in Tribunale civile di Roma il 20 febbraio prossimo per l’udienza fissata dinanzi al giudice Silvia Albano dopo il ricorso dell’avvocato Ugo Morelli sulle parlamentarie-“Buffonarie” del 17 gennaio scorso. Una consultazione on line sulla quale permangono molte incognite, sia per la fase preliminare poiché tanti attivisti non sono riusciti nemmeno a candidarsi, per le modalità del voto, per la diffusione dei risultati avvenuti a distanza di una settimana. Parlamentarie che, per altro, hanno dato luogo a liste nelle quale figurano candidati che per lo scandalo di rimborsopoli sarebbero ora fuori dal partito associazione.

Chiesta inammissibilità lista candidati

Ugo Morelli aveva già presentato un ricorso presso il Tribunale di Cosenza. Al riguardo il giudice Massimo Lento si è pronunciato il 2 febbraio scorso con una ordinanza dichiarando “l’incompetenza territoriale del Tribunale di Cosenza”. Morelli, convinto delle sue tesi, non si è dato per vinto. Il 5 febbraio ha depositato analogo ricorso al Tribunale civile di Roma e l’udienza è in programma per il 20 febbraio. La decisione del giudice potrebbe anche mettere in gioco le elezioni politiche del 4 marzo prossimo. Molti i rilievi fatti da Morelli nel ricorso sul quale il giudice Albano dovrà pronunciarsi. Si mette in risalto il malfunzionamento della piattaforma Rousseau in sede di raccolta delle proposte candidature del 2 gennaio 2018 e nel corso delle Parlamentarie del 17 gennaio 2018.

Si chiede che venga disposta la nullità di tutte le votazioni per omessa assemblea di iscritti e delibere di assemblea. Morelli chiede inoltre di disporre una perizia tecnica d’ufficio sulla piattaforma online Rousseau, per accertarne il malfunzionamento e reclama l’immediata sospensione delle liste candidati M5S per Camera e Senato, per il collegio uninominali e plurinominali di Roma e Provincia e di Cosenza e Provincia.

Si chiede, inoltre, di sollevare istanza per illegittimità costituzionale della legge vigente per elezioni del 4 marzo 2018 poiché non si vota con le preferenze, come da precedenti sentenze della Corte Costituzionale. Si pone in risalto l’antidemocraticità del Movimento i cui dirigenti per legge vanno eletti con congresso e votati in assemblea fisica.

Si chiede inoltre di disporre l’inammissibilità della lista candidati M5S, depositata presso Ministero interni, in quanto la Lista M5S è priva di P.E.C., essendo essa un dovere/obbligo di legge per potere agire legalmente e pubblicamente.

Il procedimento di Cosenza

Il M5S già a Cosenza era stato difeso dall’avvocato Andrea Ciannavei nello studio del quale, in via Nomentana 257, ha sede la Associazione Movimento 5 Stelle. In quella occasione, nell’udienza del 1° febbraio, i legali del M5S avevano eccepito, tra le altre cose, “l'inammissibilità, l'improcedibilità della domanda cautelare per sopravvenuta carenza dell'interesse ad agire del ricorrente, sia perché le liste erano state già depositate presso l'ufficio competente, sia perché il diritto di candidarsi dell'iscritto al movimento è subordinato alla permanenza dei requisiti previsti dall'articolo tre dello statuto che preclude l'adesione a coloro che abbiano procedimenti giudiziari in corso con l'associazione”.

Nel procedimento di Cosenza erano intervenuti a sostegno del ricorso di Morelli anche altri due esclusi dalla possibilità di candidarsi alle Parlamentarie. Si tratta di Pasquale Catalano e Tommaso Infelise. Morelli, condannato al pagamento delle spese processuali dal giudice Massimo Lento, ha già presentato istanza di riesame della sua decisione sulla base di articolate motivazioni procedurali e giurisprudenziali. Ora tutto è nelle mani del giudice Albano.

Richiesta di audizione al Presidente della Repubblica

Morelli oltre a rinnovare il proprio ricorso al Tribunale di Roma, chiedendo peraltro un risarcimento del danno, ha presentato anche una richiesta di audizione al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Nella base del M5S vi è una ampia protesta, in tutte le regioni di Italia, per i metodi antidemocratici usati dai padroni nella gestione del partito/azienda. Abbiamo sollevato – scrive Morelli a Mattarella - questioni di legalità, onestà, democrazia, libertà di voto, diritto dei cittadini elettori a scegliere i propri rappresentati al Parlamento, violazioni dei diritti degli iscritti alla Associazione M5S, trasparenza. Lei è il Presidente di tutti gli italiani, per cui e per legge è il garante del rispetto e ripristino della Costituzione, della democrazia e della legalità, deve sapere cosa è successo nel grande partito M5S, e come viene male gestito il M5S, in modo verticistico e autoritario, senza neppure uno Statuto democratico e senza mai un congresso fisico.

Peraltro, mai vi è stata una assemblea fisica di iscritti per votare e per deliberare, e mai un congresso per eleggere i dirigenti locali e nazionali…ecc. La Costituzione e la legge – conclude Morelli nella richiesta di audizione al Capo dello Stato - vietano le Associazioni segrete ed antidemocratiche”.