Lontani, ma così vicino, sembrano Putin e Trump nello scenario che si dischiude dall'inchiesta Russiagate. Da un lato l'ex dirigente di Trump raduna politici esterni all'America e mette soldi sui loro conti, dall'altro, Putin ritiene che con Trump l'America è andata indietro invece che avanti.

Cos'è Russiagate?

L'inchiesta di Russigate, ovvero, l'inchiesta che si occupa dei rapporti tra Donald Trump e il possibile coinvolgimento di Mosca nelle ultime elezioni degli Stati Uniti d'America, continua a diffondersi a partire da Paul Manafort. Verso Paul Mannafort si era proceduto indagando le questioni inerenti i suoi investimenti in Russia prima della sua ascesa in campo nella campagna elettorale americana.

L'inizio della campagna elettorale americana vedeva la Clinton apparentemente favorita. Per ostacolarla, Putin avrebbe sostenuto la campagna dell'attuale presidente delle Nazioni Unite o perlomeno queste sono le voci che misero a disagio Donald Trump sin dal marzo 2016, quando dopo aver nominato capo della campagna elettorale Paul Manafort, si scoprì che quest'ultimo riceveva finanziamenti dalla Russia. L'atteggiamento di Putin non diede nessun segno di approvazione riguardo alle accuse, infatti, in una trasmissione televisiva (Mir) affermò che con Trump l'America piuttosto che migliorarlo, ha degradato il suo livello di credibilità. A condurre le indagini Robert Mueller, il quale presenta cento capi di accusa contro tre società e diciannove persone.

Il sito Politic.come fa saltare fuori il nome di Prodi in questioni inerenti all'inchiesta

Le accuse contro Paul Manafort

Paul Manafort rischia di trascorrere il resto dei suoi giorni in carcere. Chi è Paul Manafort? Chi è costui che è stato accusato di riciclaggio di denaro, frode fiscale e frode bancaria, e tutto questo nell'arco di tempo 2006 -2014 in cui prestava servizio a Viktor Yanukovich, l'ex presidente filo russo?

Si tratta dell'ex responsabile della campagna di Donald Trump, accusato di inoltrare interferenze russe nelle ultime elezioni americane. Sebbene le indagini del procuratore Robert Mueller non abbiano trovato una possibile relazione dell'operato di Manafort a vantaggio della posizione dell'attuale presidente degli Stati Uniti, fra le 19 persone contro cui Mueller sporge accusa, 3 sono ex collaboratori di Trump.

Ad aggravare la situazione di Manafort contribuisce l'ammissione di colpevolezza del suo braccio destro Rick Gates. Le accuse di Mueller sono dure, un'accusa, ad esempio, sarebbe quella di aver sborsato all'incirca due milioni di euro a politici europei allo scopo di creare lobby che favorissero l'Ucraina e il suo ex presidente filo russo Viktor Yanukovich, in carica prima della protesta del Maidan e prima che il paese prendesse una direzione diversa. I pagamenti venivano effettuati attraverso conti offshore riconducibili a Manafort. Il sistema giuridico americano non proibisce ai politici di versare soldi su conti appartenenti a politici stranieri, ma la denuncia di Mueller ha come fondamento il nascondimento sia del ruolo d'agente per il governo ucraino, sia i suoi progetti di lobbysmo.

Le accuse contro Romano Prodi

Alcune indiscrezioni riportate da Politico.com, dunque non attribuite direttamente a Mueller, segnalano Romano Prodi come facente parte della cerchia di persone con cui Manafort realizzava gli incontri per i quali è sotto accusa. Prodi si trova pronto a controbattere dal suo ufficio stampa affermando di non aver aderito a nessuna attività segreta né tanto meno a gruppi segreti di lobby, oltre a non aver ricevuto alcun compenso per questo tipo di attività. La nota dell'ufficio stampa del politico ed economista italiano, in merito a quanto riportato da Politico.com, prosegue dichiarando che Il presidente Romano Prodi ha svolto a lungo la sua mansione allo scopo di ottenere un riavvicinamento dell'Ucraina all'Europa e sottolinea che la sua attività in proposito è ben rintracciabile in quanto è stata "pubblica".