Quali risultati riusciranno ad ottenere le varie forze politiche alle Elezioni politiche del 4 marzo? E chi riuscirà a formare una maggioranza in grado esprimere un governo, visto che tutti i sondaggi danno come molto remota questa eventualità? A questi ed altri interrogativi cerca di rispondere Vittorio Feltri con un editoriale pubblicato questa mattina, 28 febbraio, sul quotidiano che dirige: Libero. Secondo feltri, se il M5S dovesse confermarsi prima forza politica italiana con quasi il 30% delle preferenze, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarebbe praticamente costretto a conferire l’incarico di formare il governo a Luigi Di Maio.
Ma il candidato premier pentastellato, molto probabilmente, non riuscirebbe a racimolare i voti necessari in parlamento. A quel punto la palla passerebbe al centrodestra, con risultati altrettanto disastrosi. E allora? “Prepariamoci al casino”.
Feltri d’accordo con Juncker
Vittorio Feltri apre il suo editoriale dicendosi d’accordo con quanto affermato qualche giorno fa dal presidente della Commissione Europea, anche se considera Jean Claude Juncker “simpatico come una malattia terminale”. Il 22 febbraio scorso, infatti, Juncker aveva dichiarato che l’Ue dovrebbe prepararsi allo “scenario peggiore” dopo le elezioni politiche italiane del 4 marzo. E cioè che non si riesca a formare “nessun governo operativo”.
Secondo Feltri, il solitamente “irritante” burocrate di Bruxelles questa volta ha pronunciato parole “lungimiranti”. Anche per il direttore di Libero, infatti, dal 5 marzo nessuna forza politica riuscirà a formare una maggioranza in parlamento, tale da permettere la formazione di un governo.
Il giudizio sul M5S
Certo, prosegue Feltri, secondo quanto previsto da tutti i sondaggi, il M5S guidato da Luigi Di Maio, pur essendo “una specie di assemblea dilettantesca”, dovrebbe comunque riuscire ad ottenere circa il 30% delle preferenze degli italiani.
A quel punto, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarebbe in qualche modo obbligato “obtorto collo” a conferire l’incarico di formare un esecutivo al candidato premier pentastellato. M5S che, però, stanti i numeri dei sondaggi, avrà la necessità di “coalizzarsi” con altre forze politiche. Ma quali? Liberi e Uguali di Pietro Grasso, dice Feltri, sarebbe anche disponibile a supportare un governo a 5 Stelle, ma i suoi parlamentari non sarebbero in numero sufficiente (LeU è data intorno al 5-6%).
A quel punto il M5S dovrebbe rivolgersi verso il Pd o a una “frazione di esso”. Feltri non prende neanche in considerazione la possibilità di un ticket Di Maio-Salvini. Una volta fallito il tentativo pentastellato, prosegue, toccherebbe al centrodestra ma, molto probabilmente, con gli stessi disastrosi esiti. E allora? Al netto dell’ipotesi “larghe intese”, conclude il giornalista, “prepariamoci al casino”.