'O c’è un governo capace di governare, o la parola torna agli italiani'.

Con questa dichiarazione, Matteo Salvini, nel corso di una riunione con i membri della lega in Parlamento, allude alla necessità di tornare al voto, qualora non si stabilissero le basi per un governo solido. Ribadisce inoltre la sua sfiducia in un governo di tipo tecnico, che rischierebbe di essere controllato da Bruxelles, da cui giunge il proposito di applicare nuove tasse. Direzione diametralmente opposta a quella perseguita dal programma leghista, che ambisce piuttosto ad 'una manovra alternativa fondata sul contrario: meno tasse'.

Lega - Movimento 5 Stelle: accordo possibile?

Il leader della Lega esclude qualsiasi possibilità di alleanza con il movimento 5 stelle e proclama la netta disapprovazione del Reddito di Cittadinanza proposto da Di Maio, ritenendolo culturalmente scorretto. Ha esaminato, a tal proposito, la situazione relativa ai Caf, in cui, da Treviso a Palermo, si sono registrate file di cittadini interessati all’ormai famigerato modulo di richiesta per il sussidio ed ha concluso che, più che un incentivo utile a risollevare la popolazione dalla scoraggiante condizione economica, risulterebbe essere un ulteriore deterrente allo stimolo motivazionale, funzionale solo a favorire la permanenza in una realtà stagnante, protratta ormai da tempo.

Si tradurrebbe dunque in un pretesto per 'invogliare la gente a restare a casa' e 'deprimere il mondo del lavoro'.

Ha colto l’occasione, Salvini, per dare una sua interpretazione del significato dei voti alla Lega registrati al sud, sostanzialmente diversi da quelli, ben più numerosi, riservati al Movimento 5 Stelle. Se sul fronte dei pentastellati i voti possono essere considerati una richiesta di assistenza e clientela, quelli assegnati alla Lega rispondono piuttosto all’esigenza di una fetta di popolazione che avverte e denuncia l’esigenza di essere messa in condizioni di introdursi nel mondo del lavoro per far fronte fondamentalmente al pagamento delle tasse.

In quest’ottica, una collaborazione tra Lega e Pentastellati, appare decisamente improbabile. Sorprendentemente possibile, invece un’apertura al PD, previa garanzia da parte di Matteo Salvini che non ci saranno accordi infarciti da pastrocchi. Si è detto infatti disposto al 'dialogo con tutti', ma nel rispetto del programma scelto dagli italiani.