In occasione della presentazione a Roma del libro "La sinistra che verrà", curato da Giuliano Battiston e Giulio Marcon, edito da Minimum Fax, su cui hanno scritto ventidue studiosi italiani e internazionali, oltre a Maurizio Landini, è intervenuto anche il docente universitario e critico d'arte Tomaso Montanari, lo scorso anno fra gli animatori del percorso politico del "Brancaccio".

Vediamo le parti salienti di quello che ha detto.

Montanari: 'Non c'è democrazia, ne' sinistra: siamo all'anno zero. Le macerie prodotte da Veltroni e D'Alema vent'anni fa'

Tomaso Montanari ha iniziato affermando: "Oggi non ci sono né democrazia, né sinistra: siamo davvero all'anno zero e nessuno può dire il contrario. Non c'è veramente niente da cui ripartire. Dobbiamo però sfruttare l'occasione del fatto che non ci sono urgenze e scadenze contingenti per pensare liberamente allo scenario in cui ci troviamo".

Entrando nel merito, Montanari ha detto: "Il Partito Democratico non ha nulla a che fare con la sinistra ormai da molto tempo, mentre il tentativo di Liberi e Uguali lo giudico fin dal suo inizio come una forma di suicidio colpevole.

Ma anche questa è la fine di una storia: Veltroni da una parte e D'Alema dall'altra rappresentano in fondo una storia unica che arriva a conclusione e che ha visto lo smontaggio della sinistra italiana a partire dagli anni Novanta. Il prezzo che stiamo pagando adesso è la conseguenza di scelte, non scelte, equivoci, tradimenti e miopie degli ultimi vent'anni: il problema non è certo iniziato col renzismo o con le scelte degli ultimi anni. Simbolicamente ricordo che nel 1997 da ministro dei Beni Culturali Veltroni aggiunse un'estrazione del Lotto aggiuntiva per finanziare la cultura, inducendo le classi subalterne al gioco d'azzardo per finanziare la cultura a cui accedevano le classi dominanti.

Negli stessi mesi D'Alema diceva che il problema dell'economia italiana erano i troppi lacci. Tutto questo veniva presentato come "innovazione". Quello è il momento di tradimento e di rottura. Il fatto che ancora oggi si parli di centrosinistra dice che siamo ancora dentro quella storia lì e ci troviamo sulle macerie. Credo che i protagonisti di quella storia debbano farsi da parte e fare qualcos'altro".

Montanari: 'M5S e Lega sono movimenti di classe, votati da chi sta in basso: il capitalismo è contro la democrazia'

Parlando della fase attuale, Montanari ha proseguito: "Si tratta di capire che la faglia fra sistema e anti-sistema riguarda innanzitutto l'atteggiamento verso il capitalismo. E' vero che M5S e Lega non si pongono il problema della lotta di classe, ma non si può negare che sono comunque movimenti di classe e sono votati in gran parte (per usare vecchie categorie) dal proletariato e dal sottoproletariato, insomma da chi sta sotto.

Mentre il Pd viene votato da chi sta sopra. In quell'essere anti-sistema c'è implicitamente il rifiuto dello stato delle cose esistenti. I 5 Stelle non parlano di giustizia sociale, ma di onestà, però chi li vota ambisce al rovesciamento dell'esistente e, che lo abbia chiaro o no, in fondo pensa che il sistema capitalistico sia contrario alla democrazia, anche se non lo dice con queste parole. E se la democrazia e il capitalismo sono incompatibili, forse ha poco senso pensare a come aggiustare la macchina".

Montanari ha anche aggiunto provocatoriamente: "Assieme a molti altri ho difeso strenuamente la Costituzione dalla Riforma del 2016, ma ha senso oggi difendere una Costituzione che di fatto è del tutto subordinata ai Trattati europei?

Non dico di sfasciare l'Unione Europea, ma occorre riconoscere che c'è un problema di democrazia nazionale". Rivelando poi che: "I miei studenti universitari di Napoli, che in molti casi non votavano più, alle ultime elezioni hanno scelto il M5S perché lo hanno visto come l'unico che li tratta come cittadini".

Montanari: 'Non servono nuove organizzazioni, ma va ricostruito un popolo soggetto di diritti'

Infine Montanari ha detto: "Non stiamo andando verso una situazione con un assetto chiaro e definito, ma saremo per molto tempo - probabilmente per decenni - in una fase di caos e disgregazione. L'incompatibilità fra capitalismo e democrazia non produrrà un ordine nuovo ma una lunga fase di confusione, in cui si dovrà provare a orientarsi per ricostruire.

Credo che le forze politiche attuali siano assai poco interessanti per il futuro, è più interessante per la sinistra in Italia sapere quel che succederà ad esempio nella CGIL, se sarà possibile ricostruire un fronte del lavoro che riesca a unire tutti, anche chi il lavoro non ce l'ha. Sul tema del reddito di cittadinanza, o di dignità, ad esempio occorre riflettere, perché lavoro e reddito minimo in questa fase non sono in contrapposizione. Il punto è ricostruire un popolo e un soggetto di diritti politici e civili, prima di pensare alle organizzazioni e ai partiti: ciò va fatto fuori dall'attuale offerta politica rappresentata in Parlamento, altrimenti non c'è futuro. I cittadini devono poter avere strumenti per riprendersi la sovranità, da qui si dovrebbe ripartire in questi anni".