E' praticamente fatta per la concessione della deroga, da parte dell'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati, in favore di Liberi e Uguali per la creazione di un gruppo autonomo, il sarà composto quindi da 14 deputati, nonostante appunto i regolamenti parlamentari prevederebbero un minimo di 20 membri per costituire un gruppo. Anche il presidente dell'aula di Montecitorio Roberto Fico sarebbe d'accordo con tale scelta, che peraltro è in perfetta coerenza con quanto avvenuto in passato. Nonostante appunto i regolamenti dicano altro, è infatti ormai prassi da qualche tempo che venga concessa una deroga alle liste che abbiano superato lo sbarramento entrando autonomamente alla Camera con una propria pattugli di eletti, al fine di formare un proprio gruppo parlamentare autonomo.
Ricordiamo che nella passata Legislatura ad esempio Fratelli d'Italia ebbe dalla presidente Laura Boldrini la deroga a potersi costituire in gruppo nonostante avesse solo 9 deputati; mentre nel 2001 che Rifondazione Comunista ebbe la possibilità da parte dell'allora presidente Casini di formare un proprio gruppo di soli 11 deputati. E appunto stavolta sarebbe la formazione di sinistra, reduce dal 3,4% alle ultime elezioni, a beneficiare di questa deroga.
Le conseguenze della formazione di un gruppo autonomo di Liberi e Uguali alla Camera
Sul piano istituzionale, l'ormai scontata nascita del nuovo gruppo parlamentare di Liberi e Uguali alla Camera, avrà come immediata conseguenza che i suoi esponenti lasceranno il Gruppo Misto, il quale per il momento ha come presidente proprio un esponente di Leu, ovvero Federico Fornaro: i rimanenti membri del Misto dovranno quindi scegliere un nuovo presidente.
Inoltre sarà necessario un nuovo voto per eleggere un altro segretario di presidenza in rappresentanza del gruppo Misto, che al momento è rappresentato da un altro esponente di Leu, ovvero Luca Pastorino.
Si apre poi la partita interna a Liberi e Uguali per decide chi sarà il capogruppo, ma anche chi sarà il tesoriere e chi ricoprirà la altre cariche previste dai regolamenti.
La formazione di Pietro Grasso, per decidere tutto questo, riunirà i propri deputati questo martedì a Montecitorio. Indiscrezioni delle ultime ore, raccolte da parte nostra, dicono che il favorito per diventare presidente del gruppo sarebbe Roberto Speranza, il quale peraltro era stato capogruppo alla Camera del PD nei primi due anni della Legislatura appena trascorsa.
D'altronde su 14 deputati eletti nella lista di Grasso, se escludiamo alcune figure "indipendenti", i membri di Articolo 1 - MDP sono di gran lunga maggioritari su quelli di sinistra Italiana (che ha tre membri: Fratoianni, Fassina e Palazzotto) e di Possibile (rappresentata dal solo Pastorino) e quindi gli ex PD non dovrebbero avere troppi problemi a eleggere un proprio esponente alla presidenza. Anche se la discussione dentro le varie componenti di LeU è aperta e non si escludono colpi di scena.