Era stato un gran caos, ma il governo sembrava prendesse forma, un po' come un bambino nel ventre della mamma, piano piano stava formando ciò che gli necessitava per poter sopravvivere. C'era l'approvazione del "contratto del cambiamento" e c'era anche il nome del nuovo premier nella persona di Giuseppe Conte che aveva anche accettato con riserva l'incarico, come da prassi. Cosa è andato storto?

Giuseppe Conte rimette il mandato a Mattarella

Cosa è successo nella situazione che avevamo lasciato relativamente tranquilla al Quirinale? Succede che nella giornata di domenica 27 maggio 2018 il Capo dello Stato ha avuto una lunga consultazione con il candidato premier, Conte.

Prima di lui sono saliti al Colle i due leader protagonisti di questa fase Politica italiana, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i due avevano fatto il nome del ministro dell'economia designando Paolo Savona come quello più adatto a portare avanti questo importante compito di responsabilità. Ma nella persona di Savona si riconoscono i suoi ideali anti-euro e contrari alla moneta unica.

Il suo nome avrebbe portato già molte preoccupazioni negli investitori italiani e nelle famiglie nostrane che hanno visto i loro risparmi in pericolo. L'Italia non ha bisogno di vivere ancora situazione drastiche in quanto all'economia e Mattarella ha rifiutato il suo nome affermando che se si volesse uscire dall'euro, se ne dovrebbe parlare approfonditamente e costruire in modo adeguato l'azione da mettere in pratica per poter essere pronti all'eventualità nella conoscenza di ogni risvolto, positivo o negativo che sia.

Questa situazione avrebbe portato Conte a rifiutare l'incarico, Savona sarebbe stato troppo estremista per un governo gestibile.

Un'ora di consultazione tra Conte e Mattarella serve a portare alla conoscenza della stampa e degli italiani del fatto che non esiste ancora un governo. Al riguardo Giuseppe Conte, all'uscita dall'ufficio del Capo dello Stato, ha annunciato davanti alle telecamere e alla stampa che ci ha messo il massimo sforzo e che è grato a Di Maio e Salvini per aver fatto il suo nome dimostrandogli fiducia, ma afferma che la sua decisione è stata quella di rinunciare alla premiership.

Il Presidente della Repubblica, dalla sua, afferma, anche per difendersi dalle accuse che gli vengono rivolte, che non è stato di ostacolo alla formazione di un governo accettando ogni proposta nel rispetto delle regole della Carta, accettando, tra le altre, quella di un presidente del Consiglio che non era stato eletto dal Parlamento, accompagnando anche con attenzione la formazione del governo.

Poi ha spiegato di aver richiesto la nomina di un ministro dell'economia che andasse bene con il programma presentato e già accettato. Nel rispetto anche del fatto che la designazione del solo nome potrebbe provocare un terremoto nell'unione che si ripercuoterebbe sul nostro paese ancora una volta, come è già stato con lo spread. Ma ammette anche che ha constatato con rammarico l'indisponibilità degli esponenti ad altre soluzioni e aggiunge che a questo seguito "il presidente del Consiglio incaricato ha rimesso il mandato".

Cosa succederà ora?

Quello che succederà è da vedere. La saga del governo italiano continua, ma sappiamo con certezza che Mattarella ha convocato Carlo Cottarelli al Quirinale per la mattinata di lunedì 28 maggio.

Si tratta dell'ex segretario della spesa pubblica durante il governo Letta. Annuncia che si preoccuperà di sentire le Camere e che affronterà il volere del Parlamento che si dovrà esporre riguardo al voto anticipato andando anche incontro all'inevitabile aumento dell'Iva con la situazione che si sta vivendo con i mercati in fibrillazione.

Tutta questa situazione ha provocato i commenti dei leader della politica

In fibrillazione anche le lingue dei nostri politici. Paolo Gentiloni si proferisce in un tweet dicendo "nervi saldi e solidarietà al Presidente Mattarella. Ora dobbiamo salvare il nostro grande Paese".

Ma anche Giorgia Meloni si espone e muove forti e decise accuse nei confronti del Capo dello Stato scrivendo su Facebook "se il veto su Savona impedisse la formazione del governo chiederemo al Parlamento la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica!", segue un video nel quale espone il suo punto di vista secondo il quale Mattarella non potrebbe rifiutare un nome, secondo la regolamentazione dalla Costituzione, solo per l'avversione alle sue idee politiche, ma anzi dovrebbe essere neutrale al riguardo invocandone la denuncia per alto tradimento.

Anche Luigi Di Maio parla di impeachment ai danni del Capo dello Stato, in una telefonata da Fabio Fazio, accusandolo del fatto che non si vuole far partire un governo con il Movimento 5 stelle e che le elezioni sarebbero comunque inutili perché sono le lobby a decidere tanto, in un video Facebook.

Si espone anche Silvio Berlusconi che ammette che il Movimento che parla di Impeachment è irresponsabile come sempre e si mette dalla parte di Mattarella. E Matteo Renzi si espone a questo proposito dicendo che accusare il Presidente della Repubblica è indegno. Poi Matteo Salvini che chiede di tornare alle urne con il suo fare simile a un leader da battaglia "mai più servi di nessuno, l'Italia non è una colonia" a motivare i cittadini a credere in lui, ma soprattutto nella speranza di un voto ancora. In effetti è difficile per l'Italia e gli elettori, oggi più di prima, credere nella democrazia del voto. La situazione non aiuta e Salvini e Di Maio puntano su questo.