Nel parlamento iraniano, i deputati bruciano le bandiere in seguito alle provocazioni di Donald Trump sull'uscita degli Usa dall'accordo sul nucleare con Teheran.

La risposta iraniana alla chiusura americana

I parlamentari iraniani hanno bruciato una bandiera americana, inneggiando alla morte degli Usa. Inoltre, come simbolo di violazione dell'accordo statunitense, i politici iraniani hanno dato alle fiamme anche un pezzo di carta, che simboleggia l'accordo sulle politiche energetiche precedentemente stipulato da entrambi i paesi. Non si tratta di fatti eclatanti, dal momento che l'ostilità fra i due paesi è sempre stata un fatto storico, in particolare a partire dalla rivoluzione islamica del 1979.

Tuttavia, ciò che risulta differente è la rabbia degli iraniani, in seguito alla decisione di Trump, che ha di fatto violato gli accordi diplomatici. Il presidente della Camera, Ali Larijani, ha criticato duramente la scelta del governo americano, definendola implicitamente come aggressiva. Incalza il politico iraniano affermando: "Gli Usa riceveranno una risposta della quale si pentiranno amaramente. L'Unione Europea e gli altri paesi dovrebbero ora farsi garanti per la salvaguardia degli accordi sulla Politica energetica nucleare. Questa sarà una prova del nove sulla rilevanza (o meno) dell'Europa nell'ambito della politica internazionale".

La provocazione Usa

L'8 maggio appena trascorso, Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti usciranno dall'accordo sul programma nucleare dell'Iran in quanto, secondo il presidente repubblicano, l'Iran finanzierebbe i terroristi nel proprio territorio.

"L'accordo è necessario esclusivamente alla sopravvivenza del regime, cui viene consentito di utilizzare l'uranio. Tutto ciò è inammissibile e il patto non avrebbe dovuto essere firmato", e ancora "chi aiuterà il governo iraniano verrà a sua volta soggetto a sanzioni", quelle che partiranno fra 90 giorni nei confronti di Teheran, secondo quanto dichiarato da fonti governative statunitensi a Fox News.

Le reazioni del mondo politico internazionale

A rispondere senza troppa esitazione è il premier iraniano Rohani, il quale ha dichiarato che Teheran non esiterà ad andare avanti nell'intesa con gli altri firmatari, riprendendo tranquillamente ad arricchire l'uranio necessario alla produzione di energia atomica. Negativa e forte anche la posizione di Francia, Germania e Inghilterra, che hanno espresso disapprovazione e rammarico per la decisione del presidente Donald Trump, affermando che continueranno a mantenere i patti prestabiliti con il paese iraniano.

Sulla stessa scia anche il premier italiano Gentiloni, il quale ritiene che l'accordo nucleare con l'Iran possa costituire un elemento per la sicurezza geopolitica della regione mediorientale. Critico anche Obama, che ha espresso disappunto per la mossa incauta del suo successore alla Casa Bianca. L'unico paese favorevole è Israele del premier Netanyahu, storico nemico dell'Iran, che ha definito coraggiosa la manovra di Trump. A causa della violazione degli accordi da parte degli Usa, il mondo diplomatico è al momento in subbuglio.