I risultati emersi dal primo turno delle elezioni amministrative del Comune di Pisa sono estremamente interessanti e ricchi di spunti.

Cominciando dall'affluenza al voto notiamo che essa è stata del 58,57%, sicuramente bassa (ad esempio rispetto alle Politiche del 4 marzo quando aveva votato il 76%); ma in crescita invece rispetto al primo turno delle Elezioni Amministrative 2013 quando solo il 55,77% dei pisani era andato a votare. Ma vediamo meglio i risultati dei vari candidati e delle liste, con un'analisi di confronto rispetto a cinque anni fa.

Elezioni a Pisa, sarà ballottaggio fra Conti e Serfogli

Per decidere chi sarà il prossimo sindaco della città della Torre Pendente servirà il ballottaggio, fissato per il 24 giugno, a cui parteciperanno il candidato del centrodestra Michele Conti e quello del centrosinistra Andrea Serfogli. Curiosamente si conferma la tradizione che vede Pisa andare al Ballottaggio in tutti gli anni che terminano con l'8. Era infatti già accaduto nel 1998 (quando poi prevalse Paolo Fontanelli) e nel 2008 (quando vinse Marco Filippeschi). Ma se in quei casi il secondo turno una pura formalità per i candidati del centrosinistra, che in entrambi i casi era molto avanti già al primo turno, in questo caso sarà battaglia voto su voto, dato che per la prima volta la coalizione "progressista" parte svantaggiata: Conti del centrodestra ha infatti ottenuto il 33,4% contro il 32,3% del dem Serfogli.

Elezioni a Pisa: il PD scavalcato dalla Lega, crolla Forza Italia

Il dato che balza agli occhi è che per la prima volta da quando esiste il PD non è il primo partito cittadino, si è infatti fermato al 23,7% venendo scavalcato dalla Lega, che con il 24,8% è quindi la prima lista in città. Una Lega che aumenta molto la propria percentuale rispetto alle Politiche di marzo quando aveva ottenuto un buon ottimo 17,8%.

Mentre per il PD fare confronti con le Politiche non è forse indicato, infatti guardando le percentuali si possono notare numeri piuttosto in linea (il 4 marzo aveva ottenuto il 24,1%), ma stavolta nella coalizione di centrosinistra vi erano altre tre liste che complessivamente hanno ottenuto circa il 9%. Il tutto al netto del fatto che alle Politiche l'affluenza era stata molto più alta.

Piuttosto è interessante confrontare il risultato di stavolta con quello delle Amministrative 2013. In questo caso per il PD è un vero tracollo: essendo sceso dal 38,6% al 23,7%. Un calo in questo caso neppure giustificabile con la presenza di liste civiche nella coalizione progressista. Infatti due delle formazioni apparentate coi dem erano presenti anche nel 2013 e in entrambi i casi hanno riportato oggi un risultato assai inferiore. In particolare "In lista per Pisa" è scesa dal 7,1% al 3,7%, mentre "Riformisti per Pisa" è scesa dal 4,9% al 2,9%. Mentre la novità di queste elezioni dentro la coalizione di centrosinistra, ovvero "Con Danti per Pisa" ha ottenuto il 2,7%. Complessivamente si può notare che continua la crisi del centrosinistra già vista in altre città toscane in altre elezioni amministrative.

Nel centrodestra il trionfo della Lega mette in ombra il risultato molto deludente di Forza Italia, che racimola il 3,5% (meno della metà di quell'8,5% preso il 4 marzo) e viene sopravanzata anche da Fratelli d'Italia che ha invece preso il 4,7%. Il partito della Meloni ha ottenuto una percentuale simile a quella delle Politiche (4,4%), ma in questo caso è stata rafforzata dal connubio con "Noi adesso Pisa"e in tale ottica il risultato non può essere considerato positivo. Infatti nel 2013 FdI e "Noi adesso Pisa" avevano corso alleate in coalizione ma con due liste distinte, ottenendo rispettivamente il 2,8% e il 6%, mentre stavolta sotto lo stesso simbolo si sono fermate al 4,7%.

Il risultato non positivo delle liste "non leghiste" del centrodestra è in parte spiegabile anche con la proliferazione di altre liste della stessa area politico-culturale.

In particolare spicca il 6,2% alla lista (e 6,6% al candidato) di Raffaele Latrofa con la sua "Pisa nel cuore". Mentre è andata male l'esperienza di Maria Chiara Zippel, che con le sue cinque liste (tutte graficamente molto simili) ha complessivamente ottenuto l'1,6%.

Conferma le proprie difficoltà nel voto amministrativo rispetto a quello politico, viste negli anni anche in altre città, il Movimento 5 Stelle. Il candidato a sindaco Gabriele Amore ha sfiorato il 10%. Un dato drasticamente in calo rispetto alle Politiche del 4 marzo, quando i pentastellati nel comune pisano, avevano ottenuto il 23,6%. Ma è anche altrettanto necessario notare che invece il risultato ottenuto dai "grillini" è perfettamente in linea (anzi leggermente in crescita riguardo ai voti di lista) con quello che avevano riportato alle comunali pisane di 5 anni fa.

Nel 2013 infatti la lista del M5S aveva ottenuto il 9,2% mentre stavolta il 9,8%.

Tiene il 'quarto polo' di Ciccio Auletta: un'analisi sul voto della sinistra pisana

Il "quarto polo" delle amministrative pisane è la coalizione Diritti in Comune, guidata da Ciccio Auletta, il quale ottiene il 7,8% come candidato. Fra le tre liste che lo appoggiano riesce a superare lo sbarramento solo la civica di cittadinanza "Una città in comune" che ottiene il 5,1%, dato in crescita rispetto al 4,78% ottenuto dalla stessa lista cinque anni fa. Cala invece Rifondazione Comunista, che ottiene l'1,75% (contro il 2,94% del 2013), mentre Possibile alla sua prima esperienza prende lo 0,74%. Correva invece da sola Sinistra Italiana, con Simonetta Ghezzani candidata sindaco, che ha ottenuto l'1,4%.

In questo caso è possibile ricordare che SEL nel 2013 aveva ottenuto il 5,25%, un dato più alto di oltre l'1% rispetto alla percentuale che si otterrebbe sommando "virtualmente" i voti di oggi di SI e dalla lista "Con Danti per Pisa" (Ghezzani e Danti erano infatti stati i due eletti 'vendoliani' cinque anni fa). E che non è neanche spiegabile con un possibile spostamento verso la coalizione di Auletta, che complessivamente ha avuto lo 0,2% in meno rispetto alla volta scorsa.

Restando a sinistra, possiamo notare che è pressoché impossibile comprendere come si è distribuito a livello amministrativo quel 8,3% che aveva votato Liberi e Uguali e quel 3,3% di Potere al Popolo alle Politiche di tre mesi fa.

La complessa situazione nella sinistra pisana ha infatti visto andare complessivamente molto peggio le liste che il 4 marzo appoggiavano LeU rispetto a quelle che fecero campagna per PaP. Anche se complessivamente "a sinistra del centrosinistra" se il 4 marzo vi era l'11,6% dell'elettorato pisano, è sotto gli occhi di tutti che questa cifra sul piano amministrativo è scesa attorno al 9%.

Un calo evidente lo ha avuto il Partito Comunista, sceso in tre mesi dallo 0,84% allo 0,3%. Evidentemente stavolta la presenza di due liste con la "falce e martello" sul simbolo ha finito per penalizzarle entrambe. Male anche il Partito Socialista, che ha corso in solitaria candidando Veronica Marianelli, e si è fermato poco sopra allo 0,5% dei voti.

Chiudiamo con il risultato, tutto sommato positivo, ottenuto dal civico Antonio Veronese, che sostenuto da due liste ha ottenuto il 6,1%: oltre 3000 voti che saranno decisivi per far pendere da una parte o dall'altra l'ago della bilancia al Ballottaggio del 24 giugno. Una sfida che più complessivamente si presenta incerta come non mai e che renderà decisivi anche gli eventuali appoggi e apparentamenti dei vari candidati sconfitti al primo turno.