Lo stesso partito che in passato aveva chiesto le dimissioni dell'ex ministro Angelino Alfano e l'allontanamento di Maria Elena Boschi, non si sta dimostrando altrettanto moralista sul caso dell'attuale ministro Paolo Savona. Ad alimentare le polemiche contro il M5S sono questa volta gli esponenti del Partito Democratico che accusano i pentastellati di ''doppia moralità''.

Paolo Savona indagato per usura

Nell'inchiesta della Procura di Campobasso sono coinvolte 22 persone, tra cui il ministro Paolo Savona, tutte con l'accusa di usura bancaria. All'epoca dei fatti, Savona si trovava ai vertici della banca UniCredit ed era il presidente della Banca di Roma.

Gli atti ufficiali prevedono una proroga delle indagini che riguardano i parchi eolici presenti in Campania, Puglia e Molise e la denuncia di usura inoltrata dalla società Engineering s.r.l, presunta vittima di tassi d'interesse spropositati. La denuncia in questione era stata sporta nel 2017, a cui è seguita un'inchiesta aperta e condotta dalla pm Rossana Venditti. Il legale della parte lesa, Luigi Iosa, aveva riferito che si tratta di ''un atto dovuto'', in quanto la Cassazione ha l'obbligo di garantire il controllo delle garanzie offerte (o abusate) dalle banche.

Il garantismo di Di Maio e Salvini

Il leader pentastellato Luigi Di Maio ha confermato di essere già stato a conoscenza dell'inchiesta, ma che, tuttavia, ''si va avanti'', mentre quello della Lega, Matteo Salvini, assicura che Savona sia "una delle persone più corrette e oneste di questo Paese", aggiungendo poi: "Vi sembra uno che ha la faccia da usuraio?''.

A quanto pare, quindi, nessuno dei due è interessato ad un'eventuale richiesta di dimissioni del ministro sotto accusa, tant'è che Salvini, in modo chiaro e diretto, ha dichiarato di ''non pensarci neanche''.

Matteo Renzi: dovrebbero vergognarsi

Sulla questione è intervenuto anche Matteo Renzi che, su Twitter, non ha potuto fare a meno di commentare la ''doppia morale'' dei Cinque Stelle.

Nonostante si dichiari anche lui ''garantista'' e non pretenda alcuna dimissione, ha scritto che ''Di Maio e i suoi devono vergognarsi'' perché ''per anni hanno massacrato persone e famiglie in nome del giustizialismo e adesso usano la doppia morale''. Un'altra forte critica targata PD arriva dal capogruppo al Senato Andrea Marcucci che, sempre sui social, ha ribadito che ''per il M5S, la presunzione di innocenza vale per Raggi, Salvini e Savona, ma non vale per gli amministratori del Pd, per Matteo Renzi e per i parlamentari dell'opposizione''.