Nell'agosto del 1974 finiva, travolta dallo scandalo Watergate, la presidenza Nixon. Oggi nell'America di Trump sembrano riproporsi molte delle situazioni che portarono a quei lontani eventi.
Mercati a confronto
Nei giorni che precedettero l'impeachement di Nixon, l'Sp500 perse il 26% del suo valore, con un calo del 14% rispetto all'anno prima: l'altro ieri, dopo le condanne a Manafort e Cohen, rispettivamente manager della campagna elettorale e avvocato di Trump, lo stesso indice è ruzzolato per molte ore, faceendo presagire un replay del 1974.
Ma il 2018 non è il 1974: all'epoca l'economia americana era in recessione, c'era la crisi del petrolio legata alle guerre arabo-israeliane e il dollaro era debole. Oggi l'Economia tira, la disoccupazione è ai minimi storici e il dollaro è forte. E infatti l'Sp500 oggi è di nuovo al rialzo. Non vi è dubbio però, che l'avvio di una procedura d'impeachement, provocherebbe una brusca discesa del mercato azionario, con il paese che inevitabilmente finirebbe coinvolto in un dibattito politico connotato dall'incertezza. Cosa che normalmente allontana gli investitori e nuoce all fiducia dei consumatori, che sono la spina dorsale dell'economia americana. In caso di impeachement gli investimenti fuggiranno dall'azionario e andranno verso i titoli del tesoro americano.
Le probabilità di una messa in stato d'accusa secondo gli americani
Attualmente il 45% degli americani, pensa che il presidente possa essere messo in stato d'accusa entro il 2019. La cosa non è semplice, perchè l'iter, richiede l'approvazione delle due camere del Congresso americano, che al momento sono in mano ai repubblicani.
In generale quindi, la gente non desidera ancora che il suo presidente venga messo in stato d'accusa, ma indubbiamente l'esito dei processi Manafort e Cohen è un successo per il procuratore Mueller, che indaga sul Russiagate e sul ruolo svolto da Trump.
Gli attacchi di Trump a Mueller
Trump ha minacciato più volte di licenziare Mueller, accusandolo di caccia alle streghe e i suoi avvocati stanno cercando in tutti i modi di evitare l'interrogatorio del presidente, cosa che costituirebbe un fatto senza precedenti nella storia americana.
Essi infatti temono l'irruenza del loro assistito (già coinvolto nelle polemiche di questi giorni per l'attacco alla Fed) e la possibilità che menta sotto giuramento. Infatti, come la storia dimostra sono le menzogne, più che gli atti, ad aver portato Nixon sotto accusa e Clinton a un passo dalla destituzione. L'impressione è che i tempi dell'inchiesta, andranno inesorabilmente a coincidere con quelli delle elezioni di medio termine, che si terranno in autunno.