Steven Tyler non ama Donald Trump, è risaputo: persino un’anima fortemente anarchica come il cantante degli aerosmith quando si tratta dell’attuale presidente repubblicano degli Stati Uniti si gira dall’altra parte e così ha deciso di denunciarlo per avere utilizzato inopportunamente la sua canzone “Living On The Edge” durante una riunione politica.

Trump usa gli Aeromisth senza alcun permesso

Il fatto risale a due giorni fa, al Charleston Civic Center in West Virginia dove era in programma un meeting che raccoglieva molte migliaia di elettori repubblicani e il loro leader.

La canzone è stata sparata dagli altoparlanti non appena la gente ha cominciato ad affollare l’arena. Tyler (il cui vero nome è Tallarico) ha saputo quasi subito la cosa, ha chiamato Joe Perry, il suo chitarrista e Murk Hudson – autore che da tempo collabora con la band – e li ha avvisati. Poi ha telefonato al proprio avvocato, Dina LaPolt che ha inviato allo staff di Trump la cosiddetta ‘cease and desist letter’: ovvero smetti di usare la mia proprietà intellettuale e non farlo mai più. Tyler ha adottato le maniere forti perché per ben due volte Trump aveva voluto la musica degli Aerosmith alle sue riunioni nel 2015 e in entrambi i casi aveva dovuto schierare i legali. “Quindi, caro Presidente – ha detto Tyler con un sorriso sardonico davanti alle telecamere – stavolta credo ci dovrai versare un bel po’ di soldi.

I presidenti e i loro incidenti con la musica

Non è la prima volta che Trump cerca di affascinare il suo elettorato con brani rock popolari: in passato ci aveva provato con “The Pretender” dei Foo Fighters ma anche qui aveva ricevuto una diffida; prima ancora con Tom Petty – altra diffida. Più recentemente, dopo che Aretha Franklin aveva cantato l’inno nazionale al suo insediamento, si era invece avvicinato a rap e rnb in particolare a Kanye West.

Ronald Reagan durante il suo primo tour elettorale faceva suonare “Born in The USA” ma al primo show Springsteen replicò dicendo che nessuno poteva prendere il suo pensiero fuori dal contesto… “e se proprio il Presidente vuole suonare una canzone c’è “Johnny 23”, brano durissimo che parla di Vietnam reduci e vittime”.

Incidenti simili sono avvenuti anche in Italia dove tuttavia si registra anche un accordo tra Ivano Fossati e i leader dell’allora sinistra quando la sua “Canzone popolare” diventò colonna sonora della campagna elettorale dell’Ulivo nel 1996. Paradossalmente il disco riuscì a ottenere maggiore successo durante le elezioni rispetto a quando uscì, nel 1994.