'Se volete combattere il gioco d’azzardo, non ha senso impedire la pubblicità e contemporaneamente eliminare l’ingresso gratuito nei musei, poiché bisogna diffondere la conoscenza e la cultura per sconfiggere la ludopatia'. Questo il succo del discorso dell'intervento tenuto presso la Camera dei Deputati da parte del parlamentare Onorevole Vittorio sgarbi. Il critico d'arte prende la parola e in un appassionata arringa attacca il Movimento Cinque Stelle e la decisione di abolire l'iniziativa promossa dall'ex ministro del M.I.B.A.C., il Ministero per i beni e le attività culturali, Dario Franceschini.
In aula si stava discutendo degli emendamenti al cosiddetto 'decreto dignità' che ha visto, tra i firmatari, il vice premier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, assieme ai parlamentari Massimo Baroni, Francesco Silvestri, Davide Zanichelli, Matteo Mantero e Giovanni Endrizzi.
Le parole di Sgarbi
'Non vietiamo, ma esaltiamo, incitando alla cultura e alla conoscenza. Vietare è un crimine' - dichiara l'attuale sindaco di Sutri, piccolo centro abitato in provincia di Viterbo, nel Lazio. 'E' vietato vietare e smettetela di rompere i co***ni vietando inutilmente' - Sgarbi conclude così il suo intervento. A questo punto il Presidente della Camera Roberto Fico lo invita ad esprimersi in un linguaggio più adatto al luogo.
Il deputato di Forza Italia sembra non gradire il rimprovero verbale e, naturalmente, lo esprime a modo suo - come al solito - utilizzando il suo caratteristico linguaggio colorito, una via di mezzo tra un'ingiuria e una citazione colta. Il critico d'arte, allora, furioso, perde la pazienza e manda a quel paese Fico, come si può vedere nel video.
Gli 'episodi sgarbiani'
Vittorio Sgarbi, conosciuto per le sue uscite ironiche al limite dell'inverosimile, non è assolutamente nuovo a interventi di questo genere. Nello scorso mese di marzo, per esempio, fu allontanato dall'aula dei deputati di Montecitorio dall'allora presidente pro-tempore Roberto Giachetti del Partito democratico.
In quell'occasione, l'assemblea stava procedendo alla votazione del nuovo presidente della Camera dei deputati. In fase di scrutinio, dato che Sgarbi stava parlando a voce eccessivamente alta con i parlamentari Emanuele Fiano (Partito Democratico) e Bruno Tabacci (Centro Democratico), il presidente provvisorio lo invitò ad accomodarsi all'esterno dell'aula.