Luca Zaia dà voce all'anima leghista e prende le distanze dall'ipotesi di nazionalizzazione delle Autostrade e avverte: 'Sarebbe un suicidio'. Dopo l'apertura di Matteo Salvini che si è detto disponibile a valutare un controllo pubblico della rete autostradale, dal Veneto arriva l'autorevole altolà del Presidente Zaia.
Le perplessità espresse sono tutt'altro che estemporanee e prendono spunto da un lato dalla diffidenza antistatalista che da sempre alberga nel dna leghista e in particolare in quel Veneto patria naturale della piccola impresa. Dall'altro in un disegno di riassetto complessivo delle infrastrutture che Zaia, curriculum di tutto rispetto consolidato da oltre un decennio da pubblico amministratore, può consentirsi di avere: prima come presidente della Provincia di Treviso ed ora da Presidente di Regione.
Zaia teme un ritorno al passato
Di fronte all'ennesima decisione assunta dal Governo e in conflitto con le istanze del Veneto, Zaia esprime una contrarietà per nulla improvvisata ma figlia di un'impostazione culturale che da sempre individua nella gestione statale la fonte di sprechi e clientelismo. D'altro canto è proprio in materia di gestione di infrastrutture stradali che non mancano esempi non ottimali: dagli storici ritardi della Salerno Reggio Calabria alle criticità presenti su ampi tratti di strade del sud Italia tuttora di competenza statale.
Quella di Zaia d'altro canto non è una voce isolata nemmeno nella Lega: proprio ieri il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti infatti esprimeva le sue profonde perplessità sull'ipotesi di nazionalizzazione delle Autostrade.
Zaia pensa ad Autostrade del Nord Est
Il disegno a cui sta pensando il Presidente del Veneto non è nato oggi ma è un vecchio cavallo di battaglia: creare una società unica per la gestione delle autostrade del nord est. Alleati in questo progetto dovrebbero essere il Fvg, al Governo del quale c'è il collega di partito Massimiliano Fedriga, con l'eventuale coinvolgimento del Trentino Alto Adige competente per l'autostrada del Brennero.
Di questo progetto a dire il vero, come conferma lo stesso Governatore del Veneto, si trovano ampie tracce nei programmi elettorali che Zaia ha presentato ai suoi elettori in entrambe le occasioni in cui si è candidato alla guida della sua regione.
A rafforzare Zaia e decisamente a sorpresa, è scesa in campo l'ex governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani che non ha lesinato incoraggiamenti all'idea di una società macroregionale.
E la chiave di questa idea forse sta proprio qui, nella vecchia e mai tramontata ambizione di una macro regione del Nord Est capace di mettere sotto un unico cappello la gestione delle competenze principali e più strategiche ad iniziare proprio dalle infrastrutture, da sempre croce e delizia per la competitività del tessuto economico nordestino.
Di certo, dopo i mal di pancia emersi fra gli imprenditori veneti all'indomani della pubblicazione del Dl Dignità, l'eventuale centralizzazione della rete autostradale rischia di aprire un'altra incrinatura nel fronte da sempre più generoso di consenso con il partito di Salvini. E questo Zaia non se lo può proprio permettere.