A margine della riunione che lo vedeva impegnato a palazzo Chigi con il ministro dell'economia Tria e col premier Conte, il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio ha trovato il tempo per rispondere ad alcuni followers su Instagram, assicurando che nella manovra sarà presente l'aumento delle pensioni minime a 780 euro e non vi sarà invece alcun taglio, neppure minimo, alla sanità. Come ciò sarà possibile, Di Maio ce lo dice invece via Facebook, tornando a battere sul suo chiodo fisso: l'aumento del deficit. Il post di Luigi Di Maio, in realtà, prende l'argomento apparentemente alla larga, facendo notare come la Francia di Macron (che ha appena messo in cantiere un maxi piano di riduzione della pressione fiscale) abbia programmato un deficit al 2,8%.

La conseguenza che ne trae sembrerebbe ovvia: anche l'Italia è un Paese sovrano, dunque può e deve aumentare il deficit e spendere in favore dei suoi cittadini.

Cosa farà la Francia

Sul fatto che Italia e Francia siano entrambi paesi sovrani, ovviamente, nessuno può discutere. Ciò non significa, tuttavia, che la loro situazione economica e Politica sia identica, anzi, le differenze appaiono molto profonde. Cerchiamo innanzitutto di capire cosa farà la Francia di Macron nella prossima manovra. Lo sguardo della politica italiana tende a porre l'accento sul piano di riduzione fiscale, che certamente ne è un pilastro, ma non vanno dimenticate una serie di riforme molto incisive e importanti in un'ottica di credibilità europea (pensioni, università, mercato del lavoro) su cui Macron si è impegnato fin da inizio mandato.

Il fatto che la Francia possa esser considerata politicamente più affidabile, nel suo percorso di riforma della cosa pubblica, non giustifica comunque da solo la sostenibilità di un deficit del 2,8%, a fronte di una soglia valutata intorno all'1,6% in Italia.

Francia seconda economia dell'eurozona

Il punto vero è che la Francia, dal punto di vista produttivo (probabilmente, alla fine di tutto, l'unico a contare davvero) è una potenza di non poco peso.

La sua economia è la seconda dell'area europea e il 14% del Pil di quella che viene definita Eurolandia viene generato dai francesi. Anche dal punto di vista delle garanzie finanziarie, Italia e Francia non potrebbero essere più lontane: mentre la Francia può contare su titoli di Stato molto sicuri (il rendimento del decennale è allo 0,84%), l'Italia per rallentare il pareggio di bilancio non può offrire altra garanzia che la clausola di salvaguardia rappresentata dall'aumento dell'Iva. Due paesi sovrani, ma anche due pianeti diversi.