Piovono critiche contro il recente decreto approvato dal Consiglio dei Ministri: dopo l'approvazione del decreto Sicurezza e le critiche di Leu arrivano la dure dichiarazioni di Gino Strada. Il fondatore di Emergency, intervistato da Radio Capital, sostiene senza mezzi termini che la misura sia "il più recente atto di guerra contro i migranti che sono i mostri del momento".

Le dichiarazioni di Gino Strada sul decreto Salvini

Oltre ad essere critico verso il pacchetto di misure che andranno ad incidere notevolmente sul diritto umanitario e sulle misure di accoglienza finora adottate in Italia, per Strada il conflitto vero e proprio è partito dalla Politica e "la guerra è stata iniziata dalla politica, non dagli italiani" sottolineando come negli anni scorsi in Italia si sono registrati bellissimi e non pochi casi di integrazione da parte degli italiani.

Il cambio di passo, a suo avviso, si è registrato con la politica del precedente ministro dell'Interno Minniti, il quale ha dichiarato guerra ai migranti e messo in difficoltà le organizzazioni umanitarie. Un provvedimento che, a suo avviso, risulta infondato e incompatibile con la Costituzione Italiana. Bersaglio delle critiche è anche l'atteggiamento di fondo di questo governo che ha portato all'edificazione di un nemico vero e proprio: l'immigrato.

Non è la prima volta che Strada attacca le politiche governative e il ministro dell'Interno Salvini: nell'intervista emerge però tutta la sua rabbia contro ogni forza politica. Centrale rimane la sua avversione per la guerra, tema fondante dell'associazione Emergency.

Cosa prevede il decreto sicurezza

Restano da vedere gli effetti del decreto Sicurezza che si annunciano molto severi: tra tutte le misure più significative troviamo l'abolizione della protezione umanitaria, la revoca dello status di richiedente asilo e la revoca della cittadinanza. Tra le misure previste ci sarà un inasprimento delle pene per reati commessi da immigrati, raddoppieranno i tempi di permanenza nei centri per il rimpatrio, l'aumento delle tipologie di reato che porteranno al ritiro del permesso di asilo

Sui tempi d'attivazione ora tacca al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: il decreto entrerà in vigore se decide di firmarlo.

Il suo rifiuto, qualora ravvisi che manchino i requisiti di “urgenza”, complicherebbe l'iter. In caso di firma invece, ci vorrà la conversione in legge che deve essere fatta dal Parlamento entro 60 giorni.