La nomina di Marcello Foa come presidente della Rai apre un capitolo nuovo, del tutto inedito, nella storia del servizio pubblico radiotelevisivo nazionale. Dopo l’ok in Commissione Vigilanza, le forze politiche promotrici dell’accordo per lo sblocco della nomina più importante ai vertici di viale Mazzini sono già impegnate sul fronte delle direzioni di rete e dei tg. Con l’arrivo dell’ex inviato del “Giornale”, si annuncia una vera e propria rivoluzione nella tv di Stato, finora gestita in alternanza da centrosinistra e centrodestra (con uno “spoil system” targato PD e Forza Italia) ma adesso candidata a un profondo restyling si spinta della maggioranza Lega-5 Stelle.

Marcello Foa eletto presidente Rai, al via il "toto-nomine"

Quello del giornalista-blogger allievo di Indro Montanelli, uscente amministratore delegato del gruppo che gestisce il “Corriere del Ticino”, sarà un lavoro a tutto campo sul fronte dell’indirizzo editoriale della televisione pubblica e con una necessaria opera di mediazione con gli interlocutori anche istituzionali. Per quanto riguarda le nomine a venire, insistenti indiscrezioni di stampa che circolavano già da prima della seconda e decisiva votazione in Vigilanza (27 i “sì” raccolti grazie al parere favorevole di M5S, Lega, FDI e Forza Italia) accreditano comunque come papabili per le poltrone più prestigiose volti noti dell’organigramma Rai.

Si parla infatti di Franco Di Mare o Alberto Matano alla direzione del Tg1 su indicazione del Movimento 5 Stelle, con Gennaro Sangiuliano al Tg2 come prescelto dal Carroccio, mentre assai probabile sembra la riconferma di Luca Mazzà al Tg3.

Marcello Foa, dopo il presidente le altre nomine Rai

Simile il criterio che dovrebbe determinare la scelta dei vertici di rete: l’attuale responsabile dei palinsesti Marcello Ciannamea va verso lo scranno di Rai 1, con l’attuale vicedirettore della rete ammiraglia Maria Pia Ammirati vicina alla guida di Rai 2 e Rai 3 in continuità con fiducia riconfermata Stefano Coletta.

Sullo sfondo, però, iniziano o meglio tornano a circolare altri nomi di un certo peso, come quello di Carlo Freccero che proprio i pentastellati avevano votato nella scorsa legislatura come consigliere di amministrazione del servizio pubblico radiotelevisivo. Altro rebus, il ruolo di Forza Italia che in cambio del via libera a Foa presidente potrebbe aver chiesto un posto nella prossima “spartizione” delle poltrone di viale Mazzini. I colpi di scena, insomma, non sono affatto da escludere.