Il parere favorevole della commissione di Vigilanza sulla Rai è arrivato con 32 voti favorevoli: naturalmente, il ribaltamento rispetto all'esito negativo dello scorso 1 Agosto è dovuto al mutato orientamento di Forza Italia. Appare molto probabile che tale cambiamento sia il frutto diretto del ritrovato clima d'intesa tra Berlusconi e Salvini, ma in questo caso a gioire è anche Luigi Di Maio, che, attraverso Facebook, manda a Foa un messaggio più articolato del semplice augurio di buon lavoro di Salvini. Il leader pentastellato, infatti, si dice sicuro che Foa sarà all'altezza del difficile compito che lo attende e che grazie a lui in Rai tornerà la meritocrazia.

Foa in audizione ripercorre la propria carriera

Il nome di Marcello Foa, ex inviato de Il Giornale, non può non essere collegato a Berlusconi e per questo le opposizioni tendono ad interpretare la sua presidenza come un modo per far mettere al leader di Forza Italia le mani sulla Rai. Il capogruppo di Forza Italia in Vigilanza, Giorgio Mulè, assicura invece di esser stato convinto dalla lunga audizione di Foa, nel corso della quale il candidato presidente ha ripercorso la propria carriera giornalistica, fornendo la piena garanzia di una gestione aperta e pluralista della tv pubblica. Durante l'audizione, Foa si è definito un liberale della scuola di Montanelli, un giornalista che non ha mai avuto tessere di partito e che ha fatto della coerenza con sè stesso un principio inderogabile.

Foa: opposizioni scatenate

Dai partiti di opposizione, le critiche all'elezione di Marcello Foa arrivano a pioggia. Innanzitutto, il Pd rileva (tramite un tweet di Roberto Giachetti) come attraverso Foa si stenda ora sulla Rai l'ombra lunga di Berlusconi. Il voto in commissione di Vigilanza sancisce, sempre secondo Giachetti, l'ingresso de facto di Forza Italia nella maggioranza, una circostanza che sembra non preoccupare i Cinque Stelle, che a parole dichiaravano in passato di voler liberare la Rai da conflitti d'interesse e lottizzazioni.

Da Liberi e Uguali arrivano, oltre alle considerazioni politiche sul voto favorevole di Forza Italia, anche pesanti critiche personali a Foa: già prima del voto, dai commissari di questo partito era arrivata la dichiarazione di non poter dare fiducia ha chi aveva pesantemente insultato il presidente della Repubblica (il riferimento è al tweet del leader di Casa Pound, Simone Di Stefano, contenente pesanti insulti a Mattarella, che venne rilanciato da Foa).