Sui tagli ai vitalizi, per Luigi Di Maio non c'è alcuno spazio per i ripensamenti, nemmeno se la battaglia si dovesse spostare sul fronte legale in seguito alla pioggia di ricorsi annunciata dall'esercito di ex deputati e senatori oggetto della riforma voluta dal M5S.

"Lo facciano pure, è un loro diritto, ma io non mi spavento", ha affermato il vicepremier dell'esecutivo Conte, rispondendo a una domanda di Giovanni Floris dagli studi televisivi di "DiMartedì" sul tema delle pensioni degli ex parlamentari ricalcolate col sistema contributivo in base alla delibera dell'Ufficio di Presidenza della Camera, riferendosi alle cause intentate da ben 700 politici eletti nelle precedenti legislature.

Vitalizi, Di Maio rilancia la sfida a ex deputati e senatori

"Per anni mi è stato detto che non si potevano tagliare i vitalizi", ha affermato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico durante il suo intervento alla puntata del 18 settembre del talk show di La 7, facendo anche nomi e cognomi di presunti privilegiati: "Paolo Cirino Pomicino prende una pensione per quanto ha versato e non più il vitalizio che ha preso in tutti questi anni".

Nessun dietrofront, dunque, su uno degli storici cavalli di battaglia del programma elettorale del Movimento 5 Stelle, ripreso non a caso come punto fondante del contratto di governo sottoscritto a maggio con gli alleati della Lega. Luigi Di Maio, inoltre, ha più volte punzecchiato i "vitaliziati" che, a suo avviso, "dovrebbero ringraziare" l'attuale maggioranza per aver lasciato loro la pensione, anziché ricorrere alle vie legali contro un provvedimento ampiamente annunciato dai pentastellati.

Di Maio su vitalizi e pensioni minime a "DiMartedì"

La Politica di riduzione dei trattamenti previdenziali, secondo il vicepremier, fa da antipasto alla generale operazione di giustizia sociale che consisterà nell'aumento delle pensioni minime che, nell'ambito della legge sul reddito di cittadinanza, dal 1° gennaio 2019 dovrebbe portarle ad una soglia di 780 euro mensili.

Ricordando che non si può vivere sotto la soglia di povertà minima indicata dall'UE, il ministro pentastellato ha sottolineato che dal prossimo gennaio "non ci sarà più nessun pensionato con la pensione inferiore a 780 euro al mese", definendo questa condizione un "principio di civiltà" da mettere in pratica fin da subito, trovando le risorse economiche necessarie alla sua completa attuazione.