Si riaccende il dibattito sulla legittima difesa dei cittadini, soprattutto all’interno della proprietà privata, abitazione o locale commerciale che sia. Ad alzare nuovamente la tensione tra favorevoli e contrari ad una nuova legge che tuteli maggiormente le persone aggredite ci ha pensato questa mattina il ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia bongiorno. Secondo la Bongiorno, infatti, è giusto sparare contro chi si introduce nella propria casa, anche se vuole ‘solo’ rubare e non commettere atti violenti. Insomma, chi si azzarda a commettere reati di questo tipo poi deve anche accettarne le conseguenze, compreso il rischio di essere ucciso.
L’intervento della Bongiorno ad Agorà
La ‘bomba’ sul tema della legittima difesa Giulia Bongiorno decide di sganciarla in diretta tv, questa mattina, 19 settembre, mentre è ospite di Agorà, il talk show di approfondimento politico in onda su Rai 3, condotto da Serena Bortone. “Parlando di legittima difesa dobbiamo entrare nell’ottica dell’aggredito”, esordisce il ministro della PA. “Lei si immagini - prosegue poi rivolgendosi alla conduttrice - uno che vive da solo a casa e sente dei passi, secondo lei ha la freddezza per fare un’indagine notturna e capire se chi cammina lo fa per rubare un oggettino o per uccidere?”. A quel punto la Bortone le chiede polemicamente: “Ed è giusto che gli spari quindi?
”. Ma la risposta della pasionaria leghista non lascia spazio all’immaginazione. “Secondo me si - la gela - Chi sta dentro casa, sente dei rumori e qualcuno che si muove dentro casa, non può fare indagini, può difendersi. Nell’incertezza si può difendere”. Insomma, la tesi della Bongiorno è che “chiunque entra a casa altrui per rubare o per uccidere ne accetta le conseguenze”.
La polemica sulla legittima difesa tra Salvini e l’Anm
Le parole di Giulia Bongiorno si inseriscono nella polemica, scoppiata in questi ultimi giorni, tra il leader del suo partito, Matteo Salvini, e l’Associazione nazionale dei magistrati. Sabato scorso, 15 settembre, il presidente dell’Anm, Francesco Minisci, aveva espresso forte preoccupazione nei confronti del ddl leghista depositato in Senato.
Se la nuova legge dovesse essere approvata, sostiene, ci sarebbe una “liberalizzazione” di fatto della vendita di armi, legittimando reati gravissimi come l’omicidio perché, conclude, “se un soggetto minaccia di schiaffeggiarmi o di sottrarmi un bene, io non posso reagire sparandogli”. Una critica durissima alla quale Salvini aveva risposto parlando di “invasione di campo” e di “difesa sempre legittima”.