Niente crisi di governo: oggi ci pensa Salvini a lanciare un segnale di pace all’indirizzo dell’alleato Di Maio ed è subito 'quiete dopo la tempesta' nella maggioranza. Con una metafora usata per chiudere la polemica con i 5 stelle per la cosiddetta 'manina', che secondo i ministri pentastellati avrebbe allargato a dismisura le maglie del condono previsto dal decreto fiscale, il numero due dell’esecutivo gialloverde prova a calmare le acque. Dal consueto 'megafono' di Facebook, il leader del Carroccio ostenta buona volontà in vista del vertice di domani indetto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, inizialmente snobbato dallo stesso vicepremier leghista con tanto di rivendicazione della scelta fatta in sede di Cdm prima del giallo sulle norme contestate dagli esponenti del Movimento.

Crisi di governo scongiurata, Salvini tende la mano a Di Maio

“Dopo le nuvole, torna il sereno”, si legge nel post pubblicato a inizio giornata sul social network da Matteo Salvini, a quanto pare intenzionato a partecipare all’incontro con Di Maio e colleghi per sanare la frattura apertasi a metà settimana (ma aggravatasi ieri) con la componente 5S della maggioranza. Il messaggio rivolto al popolo di Facebook si chiude all’insegna dell’ottimismo con il motto “chi si arrende ha già perso, mai mollare”, evidentemente indirizzato alla stessa compagine di governo, messa a dura prova dalle fibrillazioni delle ultime 24 ore culminate nelle dichiarazioni battagliere dei due vice di Conte.

Salvini non vuole la crisi di governo: presto vertice con Di Maio e Conte

Una prima schiarita era comunque arrivata a tarda sera, quando il ministro dell’Interno si era detto disponibile a partecipare al vertice con gli alleati a condizione “che sia utile”, mentre rimaneva in piedi la divisione sulle misure contenute nella bozza di decreto fiscale inviata (con modifiche non concordate, secondo la versione dei 5 Stelle) mercoledì scorso al Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Sembra pertanto allontanarsi lo spettro di una rottura tra le due componenti dell’alleanza gialloverde, per la prima volta apertamente scontratesi su un provvedimento chiave dell’esecutivo nato cinque mesi fa sulla base di un difficile compromesso sottoscritto nero su bianco dalle parti contraenti. L’ipotesi di dimissioni del presidente del Consiglio, ventilata ieri secondo alcune indiscrezioni nello staff di Palazzo Chigi al termine di un concitato Consiglio Europeo, è al momento da considerare superata.