Non è la prima volta che il professor alessandro meluzzi (psichiatra, criminologo e scrittore classe 1955) si fa notare per le sue posizioni abbastanza controcorrente su diversi temi di cronaca. Stavolta, a suscitare la dura reazione di Meluzzi è stato il caso della morte di Desirée Mariottini, la ragazza di Latina trovata morta nel quartiere romano di San Lorenzo dopo essere stata probabilmente drogata e violentata da un gruppo di extracomunitari. Per il criminologo non ci sono dubbi: quanto successo a Desirée è frutto di una diffusa mentalità “buonista” che ha permesso il proliferare di “zone franche” e di aree di illegalità nel nostro Paese in nome dell’accoglienza dei migranti.

La soluzione da adottare per risolvere il problema, aggiunge il professore, sarebbe quella di “rastrellare” determinati quartieri, ripristinando l’autorità dello Stato e rispedendo nei propri Paesi di origine tutta questa massa di immigrati clandestini.

L’opinione di Meluzzi sulle bande di africani: ‘Predatori naturali di povere ragazze’

Intervistato dal quotidiano online lospecialegiornale.it, Alessandro Meluzzi apre il suo ragionamento definendo gli spacciatori africani come dei “mercanti di morte” che hanno conquistato ormai il “monopolio del traffico di droghe pesanti” (cocaina, eroina, amfetamine) nel nostro Paese. Queste persone, soprattutto senegalesi, nigeriani e maghrebini, sono diventate secondo Meluzzi dei veri e propri “predatori naturali di povere ragazze”, giovani e ingenue, che, come nel caso di Desirée (così sembra dalle prime indagini), non esitano ad offrire il proprio corpo in cambio di una dose di droga.

Insomma, non si tratta più di fronteggiare un semplice mercato, se pur illegale come quello della droga, ma di combattere la “oscena tribalità” di questi gruppi di clandestini.

‘Minaccia vera per sicurezza nazionale’

Insomma, per far fronte a quella che è diventata una “vera minaccia per la sicurezza nazionale”, Alessandro Meluzzi propone per prima cosa di “cambiare mentalità”, in quanto l’educazione politicamente corretta ha portato a considerare come privo di pericoli il fenomeno migratorio che porta migliaia di uomini giovani e soli a vagare per le nostre città.

Nessun “razzismo”, naturalmente, ma prendere consapevolezza del fatto che non si debba “dialogare con tutti” e che non esistano pericoli.

‘Zone franche nelle città prodotto di mentalità buonista’

Meluzzi prosegue la sua analisi evidenziando la sempre più elevata presenza di “zone franche” nelle città italiane, delle vere e proprie “terre di nessuno” dove la legge non esiste ed è possibile spacciare o commettere qualsiasi tipo di altro reato.

In alcuni casi, poi, queste zone godrebbero di una sorta di “protezione di tipo militare” da parte di alcune “mafie straniere” come quella nigeriana. Tutta colpa di una “mentalità ideologica e buonista”, aggiunge Meluzzi, che in pratica ha regalato “impunità” a migliaia di criminali.

Il suggerimento a Salvini: ‘Rastrellare’

L’unica soluzione a questo caos individuata dal criminologo napoletano è l’uso del cosiddetto “pugno duro”, in modo tale da “liberare” tutti i quartieri e i territori sottratti al controllo dello Stato democratico. Naturalmente, è necessario al contempo rispedire tutti i clandestini nei loro Paesi di origine, altrimenti il problema si ripresenterà nonostante gli sgomberi o i blitz delle forze dell’ordine.

A questo proposito, Meluzzi suggerisce al ministro dell’Interno Matteo Salvini di “rastrellare queste aree di illegalità”, in modo tale da ripulire le “nostre città”. Bisogna mettere fine, inoltre, ad una “situazione di presunta impunità” che spinge le persone a delinquere.