Il Governo ha approvato la manovra, il decreto fiscale e il decreto di semplificazione. Al termine del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha sottolineato che entro 24 ore il piano verrà inviato a Bruxelles. Nella manovra sono stati confermati reddito e pensione di cittadinanza, la modifica alla legge Fornero, la sforbiciata alle pensioni d’oro e la quota 100.
I punti fondamentali della manovra economica
La manovra economica è stata approvata da parte del Consiglio dei Ministri e c’è grande soddisfazione tra i maggiori rappresentanti del Governo, in primis lo stesso Giuseppe Conte, che si è dichiarato molto soddisfatto di essere riuscito a mantenere le promesse fatte ai cittadini.
Il Primo Ministro Matteo Salvini ha sottolineato che dopo 137 giorni di Governo c’è da essere soddisfatti di quello che è stato concretizzato, sebbene in una sola manovra non si possano fare miracoli. Luigi di Maio ha confermato le promesse fatte riguardo alle pensioni, che partiranno nei primi mesi del 2019. Quota 100 e opzione donna sono state convalidate e finalmente è stata trovata l’intesa riguardo a Tasse e pensioni tra Movimento Cinque Stelle e Lega. Come promesso, verrà dato un grosso taglio alle pensioni d’oro che porterà circa un miliardo per coprire le spese della Legge di Bilancio.
Accordo raggiunto dopo caos e litigi: riforma Fornero modificata da febbraio
Finalmente l’accordo tra Lega e Movimento Cinque Stelle è stato raggiunto, nonostante alcuni punti abbiano avuto bisogno di maggior discussione rispetto ad altri, primo tra tutti quello delle pensioni d’oro, reclamato a gran voce dai Cinque Stelle e guardato con un po’ di scetticismo dalla Lega.
Questo punto, infatti, non entrerà in un decreto legge subito, ma sarà inserito nella manovra economica fruttando allo Stato circa un miliardo nell’arco di tre anni. La modifica alla legge Fornero entrerà in vigore da febbraio e non da aprile e la tanto sospirata pace fiscale sarà ancora oggetto di discussione. Per il momento è dato sapere che sarà possibile integrare la dichiarazione dei redditi fino a un massimo del 30% su 100.000 euro e l’Irpef dichiarato nei cinque anni precedenti ammonterà al 20%, sempre rimanendo sotto la soglia.
Ieri, durante il vertice della maggioranza gialloverde che ha preceduto il Consiglio dei Ministri, è stato sottolineato che gli evasori fiscali saranno arrestati e saranno notevolmente inasprite le pene per chi tenta di guadagnare in nero e di non pagare le tasse.