Vittorio Sgarbi non ha mai avuto parole lusinghiere nei confronti del Movimento Cinque Stelle. Le sue accuse, a volte sfociate negli insulti, all'indirizzo del Ministro del Lavoro Di Maio sono diventate un ritornello costante delle sue invettive contro un esecutivo che non può certo essere considerato nelle sue simpatie. Come non lo sono neanche le strategie del governo Conte che, non a caso, è stato pesantemente attaccato sul ddl anticorruzione. Il critico d'arte e deputato non ha lesinato termini forti neanche in aula, manifestando a chiare lettere tutto il proprio disappunto.

Una manifestazione di dissenso affidata a parole forti e che non lasciano spazio a interpretazioni, ma solo a richiami all'ordine. Il furente intervento ha avuto luogo durante la votazione degli emendamenti al disegno di legge anticorruzione, alla Camera.

Sgarbi resta all'opposizione pur avendo lasciato Forza Italia

Vittorio Sgarbi può essere considerato un ex Forza Italia. All'inizio dello scorso ottobre ha annunciato il suo addio al partito, dopo la mancata risposta ad un invito a Sutri (cittadina di cui Sgarbi è Sindaco) da parte di Berlusconi. Pur non facendo più parte del movimento forzista, non abbandona la sua posizione di opposizione al governo e al Movimento Cinque Stelle. In quell'occasione Berlusconi avrebbe dovuto inaugurare un via dedicata ad Erasmo da Rotterdam, partecipare a un ricordo di Sergio Marchionne e soprattutto avrebbe ricevuto la sorpresa di vedere intitolato un giardino alla madre Rosa.

Al momento non hanno trovato riscontro le intenzioni di Sgarbi, una volta uscito dal movimento forzista, di dare vita ad un nuovo partito politico assieme a Giorgia Meloni.

Sgarbi alza i toni in Parlamento

Nel corso del suo ultimo intervento in Parlamento, non si è affidato a giri di parole per porre l'accento su quanto gli sia sgradito ciò che si propone nel ddl Anticorruzione.

"Questa legge è semplicemente una vergogna voluta da aguzzini e criminali", tuona, alzando i decibel e rivolgendosi ai banchi di un governo da cui Bonafede e Di Maio non sembrano curarsi molto del giudizio del critico d'arte. "La Politica muore con questa legge del c***o" afferma con convinzione Sgarbi, guadagnandosi i richiami per aver usato termini poco consoni al comportamento che ci sarebbe da tenere in Parlamento. Ecco il video pubblicato sul canale Youtube de Il Fatto Quotidiano.