Il 2018 volge al termine e, sotto il profilo politico, soprattutto nella sua seconda metà, è stato caratterizzato da una acceso dibattito relativo alla legge di bilancio. In principio ci furono i dissidi e le distanze con l'Europa, che sembravano insanabili rispetto alla percentuale di debito nel rapporto deficit/pil che il governo italiano intendeva concedersi per poter finanziare misure ambiziose come Quota 100 per le pensioni ed il reddito di cittadinanza. Messi da parte i dissidi con le istituzioni continentali grazie ad un'intesa trovata praticamente sul filo di lana, sono rimasti quelli interni che ancora oggi regalano un costante flusso di opinioni che criticano duramente le strategie e l'operato dell'esecutivo gialloverde.
Stavolta, ad esprimersi nettamente in maniera sfavorevole rispetto alla manovra, è Ugo De Siervo. Lo fa nel corso di un'ampia intervista rilasciata a Repubblica, dove però il succo è rappresentato dal netto dissenso relativo alle modalità di approvazione della legge di bilancio.
Il costituzionalista esclude l'ipotesi del Pd
Ugo De Siervo ha 76 anni e può essere considerato uno dei più influenti giuristi italiano. Non a caso, dal 10 dicembre 2010 al 29 aprile 2011 è stato presidente della Corte Cosituzionale. Non è la prima volta che palesa posizioni nette rispetto a quelle governative, ricordando come si schierò apertamente per il "No" nel referendum del 4 dicembre 2016, quello che portò alle dimissioni di Matteo Renzi.
Stavolta il bersaglio delle sue critiche, abbastanza dure, è la manovra del popolo. Quella fortemente voluta da Lega e Movimento Cinque Stelle. Secondo l'esperto rappresenterebbe, infatti, il culmine di un processo in cui "Parlamento e Costituzione" sarebbero stati "violentati". Secondo De Siervo, infatti, al presidente della Repubblica toccherebbe adesso reagire nelle "forme consentite".
Esclude la possibilità di un ricorso alla Consulta come paventato dal Pd, poiché non rientra nelle facoltà del partito poter compiere un passo del genere.
De Siervo perplesso sulle urgenze
De Siervo ritiene, inoltre, che un'intera manovra di 270 pagine non possa essere considerata fatta di sole urgenze. Si tratterebbe di un qualcosa che, secondo il giurista, potrebbe essere tranquillamente equiparata a tanti e giganteschi decreti legge, sebbene sarebbero piccola cosa rispetto "al mostro giuridico di questa legge finanziaria".