Non c'è pace per fabio fazio. Il conduttore di "Che tempo che fa" già lo scorso anno è stato duramente criticato dai cittadini e dal mondo politico per il suo ingaggio in Rai da 18 milioni all'anno. Il presentatore ligure, però, in quell'occasione ha replicato che, tra i costi della sua trasmissione domenicale e i ricavi generati dalla pubblicità, gli introiti sarebbero stati ben superiori alle spese sostenute, definendo il suo format ben più economico di una fiction. In realtà, da un'inchiesta giornalistica de "Il Fatto Quotidiano", è emerso che le spese per "Che tempo che fa" sarebbero piuttosto onerose per la Tv di Stato, la quale a sua volta ha replicato sostenendo che i ricavi dello show superano i 20 milioni di euro, risultando così all'attivo.
In questi ultimi mesi, è stato soprattutto il ministro dell'interno Matteo Salvini a criticare Fabio Fazio per la retribuzione e per i temi trattati durante il suo programma, ma in questi ultimi giorni sono emerse anche delle dichiarazioni del ministro del lavoro Luigi Di Maio, il quale ha ammesso l'esistenza di un "caso Fazio in Rai". Il vicepremier, infatti, intervenuto in commissione Vigilanza, ha dichiarato che l'azienda televisiva di Stato dovrà puntare su contenuti e progetti di qualità e innovativi, puntando al contempo ad un abbassamento del canone e anche ad un "buonsenso nelle retribuzioni". E proprio a tal proposito, l'esponente del Movimento 5 Stelle non ha affatto nascosto che tra le questioni da risolvere ci sia proprio quella legata al presentatore savonese, sottolineando che gli ingaggi in Rai dovranno essere stabiliti e versati "senza un'ingegneria legata a società di produzioni esterne".
Inoltre, completando il suo intervento, Di Maio ha auspicato anche il rientro nella televisione pubblica di giornalisti che in passato "sono stati invitati ad andare via", citando apertamente i vari Massimo Giletti, Giovanni Floris, Massimo Giannini, Milena Gabanelli e Nicola Porro.
La risposta di Fabio Fazio
Il conduttore ligure, dopo aver appreso delle affermazioni di Di Maio, ha replicato chiedendo un confronto per "parlare di televisione, di costi e naturalmente di ricavi, di opportunità, di compensi e guadagni e di ogni aspetto che riguarda la produzione dei programmi, delle produzioni esterne e del mio lavoro.
E soprattutto, se lo riterrà utile, parlare di prodotto e di contenuto".
Intanto, mentre si torna a discutere del "caso Fazio", in Rai proseguono le nomine relative alla nuova dirigenza. Di recente, infatti, sono stati comunicati i nomi dei vicedirettori dei vari telegiornali. Al Tg1 sono stati confermati Maria Luisa Busi, Costanza Crescimbeni e Filippo Gaudenzi, e sono stati nominati Angelo Polimeno Bottai, Grazia Graziadei, Simona Sala e Bruno Luverà.
Al Tg2 sono giunte le conferme di Andrea Covotta e Carlo Pilieci, mentre tra le nomine figurano Francesca Nocerino, Francesco Primozich ed Enzo Calise. Al Tg3, infine, conferme per Maurizio Ambrogi, Pierluca Terzulli e Giorgio Saba e sono stati nominati Riccardo Chartroux, oltre a Maurizio Losa a Milano.