Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha pubblicato il famoso rapporto circa l'analisi costi-benefici atta alla realizzazione della Tav, l'ampia rete ferroviaria ad alta velocità per collegare Torino e Lione. Secondo l'analisi mettere in opera tale progetto comporterebbe perdite notevoli per lo Stato: si parla di cifre che oscillano tra i 6 e gli 8 miliardi di euro.

La Francia è di un parere completamente opposto, poiché trattasi di un'analisi che non prende in considerazione un dato importante, vale a dire la diminuzione delle tasse sul carburante e dei pedaggi autostradali.

L'analisi costi-benefici

Pronta da un mese, l'analisi costi-benefici sulla Tav Torino-Lione - che divide il governo gialloverde con la Lega favorevole e Di Maio all'opposizione - è stata resa nota sul sito del ministero delle Infrastrutture da parte di Danilo Toninelli che, immediatamente dopo la pubblicazione, parla di un'analisi impietosa, di numeri negativi e chiama in causa il governo che dovrà prendere una decisione in tal senso.

Infatti, nel rapporto si legge la differenza negativa tra i costi sostenuti e i benefici ottenuti; pertanto, se l'opera sarà messa in atto, lo Stato perderà gran parte del benessere e tale perdita ammonterebbe intorno ai 7 miliardi euro. Se si ammettono delle varianti, la situazione si verrebbe leggermente a modificare, e nel caso peggiore, comporterebbe per lo Stato una spesa di 8 miliardi euro.

La cifra è destinata a salire perché, se la Tav riduce il numero dei veicoli circolanti sulle autostrade, saranno minori le entrate dovute alle accise sui carburanti e ai pedaggi autostradali. Perciò, in base al numero di camion che scomparirebbero dalle strade, i costi subirebbero un'ulteriore salita, oscillante fra i 10 e i 16 miliardi di euro, comprese le spese di gestione e investimento.

Insieme alla relazione è stato pubblicato un documento "tecnico-giuridico", nel quale si legge che bloccare la realizzazione della Tav costerebbe fino a 4,2 miliardi di euro: si tratta, però, di costi lordi che non comprendono i risparmi che deriverebbero dal non proseguire l'opera.

Marco Ponti e l'analisi negativa

La stesura della relazione era stata affidata a Marco Ponti, ordinario di economia al Politecnico di Milano, che da tempo aveva dichiaratamente espresso la sua contrarietà alla realizzazione della Tav Torino-Lione.

Pareri divergenti intaccano una maggioranza unita, a quanto pare, solo negli attacchi contro i cugini d'Oltralpe, perché alla posizione intransigente del Movimento Cinque Stelle si contrappone la Lega e il leader Salvini ha espressamente annunciato che, in caso di dissidi, ad essere chiamato in causa sarà il popolo che opinerà tramite referendum. Un voto che per i grillini rappresenterebbe un vero e proprio rischio, dal momento che cedere alla realizzazione della Tav significa contravvenire a uno dei pilastri del movimento fondato dal comico Beppe Grillo.

Cosa dicono gli altri partiti?

Gli esponenti politici di altri partiti non hanno rinunciato ai commenti, a partire dal capogruppo del PD alla Camera, Graziano Delrio che giudica la relazione "cieca e inaffidabile che non tiene conto degli effetti benefici che la Tav potrebbe avere sul tenore di vita degli esseri umani, poiché si assisterebbe a una riduzione degli incidenti stradali, e dell'ambiente, a livello di inquinamento.

Per Vincenzo Boccia, presidente di Confidustria, la Tav è la grande occasione che il governo italiano ha di fronte a sé di fornire lavoro ad almeno 50mile persone, uno sprazzo di luce nel buio della disoccupazione che dilaga da anni.

Il parere della Francia

Il delegato generale Comité Lyon-Turin, Stephane Guggino, riserva critiche acerrime, dal momento che sarebbe stato opportuno analizzare, in modo imparziale, tanto i vantaggi quanto gli svantaggi. Invece, nella relazione, Guggino ha constatato un accanimento feroce verso i parametri sfavorevoli e una minimizzazione di quelli favorevoli, quelli che appunto riguardano il minor tasso di inquinamento e di traffico.