Maurizio Martina ha lasciato la carica di segretario del Partito Democratico in un momento particolarmente difficile per la sinistra italiana, alla vigilia di un congresso interno nel quale lo stesso Martina è candidato, in alternativa a Nicola Zingaretti e a Roberto Giachetti.
La debacle dello scorso 4 marzo ha rappresentato un punto così basso che, in seno al Pd, si sono aperti accesi dibattiti relativi alla necessità di intraprendere una nuova strada per ritrovare quel consenso smarrito con politiche che, a detta di molti, non si inquadravano nei principi che la sinistra dovrebbe adottare. I riferimenti, neanche troppo velati, riguardano il rapporto con i sindacati e le fasce più deboli dei lavoratori, che sarebbero stati minati da scelte fatte da quella corrente che molti hanno definito "renzismo".
Si inquadra in quest'ottica la presenza a Roma dello stesso Martina nella manifestazione sindacale di CGIL, CISL e UIL a Roma dello scorso 9 febbraio, a margine della quale il parlamentare del PD ha avuto modo di sottolineare a Quotidiano.net come il suo partito possa essere l'unica possibilità di arginare la deriva populista intrapresa dal Paese.
Martina sul bisogno di un alternativa
"Nel paese reale sta crescendo il bisogno di alternativa ai nazionalpoulisti che ci stanno mandando a sbattere". Ne è sicuro Maurizio Martina che sembra ottimista rispetto alla possibilità che le politiche di Lega e Movimento Cinque Stelle possano, in qualche modo, animare negli italiani la voglia di tornare sui propri passi.
Il riallaccio dei rapporti con le sigle sindacali e scelte finalizzate a rinnovare il partito rappresentano insomma, almeno secondo Martina, una delle strade da intraprendere subito dopo le primarie del 3 marzo.
Il caso dei lavoratori della Parmalat
Maurizio Martina ha avuto modo di bacchettare il governo sul fatto che esso si preoccupi di attaccare la Francia sul Franco coloniale, senza però poi far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune su questioni più concrete.
Una di queste sarebbe il caso Parmalat segnalato dall'ex segretario Pd.
"Molti posti di lavoro rischiano- rivela Martina - di essere ridimensionati perché la casa francese decide di riportare le produzioni in Francia. Hanno chiesto al Ministero di occuparsene e hanno trovato la porta chiusa. Di Maio discutesse concretamente di queste scelte". "Siamo - tuona Martina - all'assurdo di sovranisti a parole, che però lasciano scappare da questo paese imprese ed economia reale. Questo governo è contro gli interessi degli italiani'.