Il ministro dell’Interno Matteo Salvini in questi giorni è tornato a esprimersi su un argomento a lui molto caro e già toccato in passato, prima delle elezioni di marzo 2018 che hanno visto la vittoria della Lega e del Movimento 5 Stelle. “Ero e continuo a essere favorevole alla riapertura delle case chiuse". Così ha affermato il ministro, aggiungendo subito dopo che non si tratta di una priorità prevista nel contratto di governo con i 5 Stelle, e specificando che i suoi alleati di maggioranza non la pensano allo stesso modo. Secondo Salvini la legalizzazione della prostituzione servirebbe a togliere alla criminalità e alle mafie un business molto importante, levando dalle strade il degrado e garantendo una maggiore sicurezza sanitaria.

In Veneto la proposta di legge per l’albo professionale

In Veneto intanto arriva l’ok relativo alla proposta di legge che vorrebbe istituire l’albo delle prostitute. L’idea è di Antonio Guadagnini, consigliere regionale e capogruppo della lista 'Siamo Veneto'. La sua proposta prevede, oltre alla creazione di un albo professionale, anche l’ergastolo per il reato di sfruttamento della prostituzione minorile. La proposta di Guadagnini si fonda su una consolidata giurisprudenza; già in passato la Corte di Cassazione ha affermato che l’esercizio del mestiere più antico del mondo rientri a pieno titolo nella libera professione. Ecco che la prostituta diventa una professionista che dovrebbe esser retribuita previa emissione di fattura.

Si auspica perciò una partita Iva anche per chi svolge questa attività e il relativo versamento dei contributi ai fini pensionistici. Inoltre, sempre la Cassazione ha affermato che cedere o affittare un appartamento a chi lo utilizza per svolgere l’attività di prostituta non dovrebbe venir considerato come reato di favoreggiamento della prostituzione.

Si stimano 9 milioni di clienti e un giro d’affari di 5 miliardi

Antonio Guadagnini ha stimato che solo in Italia la prostituzione generi un indotto di 5 miliardi di euro, per un totale di circa 9 milioni di clienti. Tutti soldi sottratti al controllo della Stato e alle tasse. Ecco perché, secondo il parer di Guadagnini, la legge Merlin - che nel 1958 provocò in Italia la definitiva chiusura delle 'case di tolleranza' - si rivelò un totale fallimento, producendo un enorme quanto illecito giro d’affari.

Il consigliere auspica che al più presto la proposta possa arrivare in aula per completare il percorso legislativo e avere una regolamentazione di questo settore, oltre a un inasprimento delle pene previste per il reato di sfruttamento.