La realizzazione della Tav Torino-Lione rappresenta ancora uno dei poli di attrazione del dibattito politico che divide il governo di Giuseppe Conte, acuisce le ostilità con l'opposizione e, soprattutto, continua ad alimentare proteste all'interno del Movimento Cinque Stelle, che appare fortemente frammentato, come se avesse perso la propria bussola: colpo fatale la bruciante sconfitta nelle elezioni regionali sarde dello scorso 24 febbraio, che ha visto la vittoria del Centrodestra (con la Lega di Salvini in testa).

Un movimento, quello capeggiato da Luigi Di Maio, sorpassato persino dal Partito Democratico che, seppure sepolto, ha mosso i primi passi per rinascere a nuova vita a partire dal sorprendente risultato registrato nelle amministrative in Abruzzo del 10 febbraio scorso, fiondandosi tra i due fuochi del Centrodestra e dei pentastellati.

Un progetto più sostenibile

Su questo palcoscenico tetro e burrascoso, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sta studiando il progetto dell'Alta Velocità che collegherebbe Torino a Lione e ha chiesto all'ingegnere Marco Ponti la stesura di una nuova analisi costi-benefici che tenga conto solo delle spese che devono essere effettuate dall'Italia. E lo scenario cambia.

Lo stesso Ponti parla di un dimezzamento del saldo negativo. Infatti, a fronte degli oltre sette miliardi di cui si parlava nel rapporto originario, adesso i costi ammonterebbero a 3,5 miliardi in più dei ricavi - tale è la dichiarazione di Francesco Ramella, l'altro firmatario della nuova analisi costi-benefici che, dunque, porterebbe a un ridimensionamento dell'opera.

Infatti, nel contratto di governo non vi è alcun riferimento a uno stop definitivo della Tav, quanto piuttosto a una nuova progettazione più sostenibile e sensibile.

La mossa di Conte

A margine del Consiglio dei Ministri, tenutosi nella giornata di ieri 28 febbraio per discutere "deleghe in materia di semplificazione e codificazione", il ministro de Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha consegnato a Conte il dossier che "smonta la tesi dei 600 cantieri bloccati dal governo", ammettendo peraltro che l'elenco Ance contenga duplicazioni e imprecisioni.

Il tutto accade prima del colloquio che il premier avrà con il presidente francese Emmanuel Macron nelle prossime settimane, durante il quale ci si catalizzerà sulla Tav per l'appunto, ma anche sulle tensioni che negli ultimi tempi hanno scosso e diviso i due Paesi.