Oltre un lavoratore ogni cinque di cui si hanno i dati, oggi guadagna meno di 9 euro per ora di lavoro. In tutto sono 3 milioni i lavoratori italiani che oggi percepiscono uno stipendio sotto la soglia del salario minimo di cui parla da tempo il vicepremier Di Maio. Il Movimento 5 Stelle infatti, dopo la campagna per dare vita al reddito di cittadinanza, adesso ha spostato l’obbiettivo su quell’altro cavallo di battaglia del movimento, cioè il salario minimo. Al Ministero dello Sviluppo Economico Di Maio ha incontrato le parti sociali per iniziare i lavori ed avviare il tavolo di trattativa incentrato proprio su questo provvedimento.
Una piattaforma di discussione che ha visto la presenza di tutti i leader della triplice, cioè Cgil, Cisl e Uil.
Il salario minimo 'grillino'
È di 9 euro ad ora la soglia che il Movimento 5 Stelle ha individuato come quella minima di paga per un ora di lavoro. Un limite che una volta applicato arriverebbe ad aumentare di circa 1.000 euro all’anno lo stipendio per molti lavoratori. Non appare chiaro se i 9 euro di cui parla Di Maio siano lordi o netti, anche perché su questo provvedimento oltre che l’ok dei sindacati, presenta problematiche di costi e coperture non indifferenti. Presumibilmente si tratta di 9 euro lordi, perché se fossero netti il costo diverrebbe esorbitante per le aziende che potrebbe optare per la riduzione dell’orario di lavoro o per il part time per contenerne l’impatto.
Tra l’altro, anche i sindacati sembrano non vedere di buon occhio un provvedimento apicale, che venga cioè imposto dal governo perché si teme che questo possa andare a inficiare i contratti collettivi o a depennare dall’argomento la contrattazione sindacale che alle parti sociali sta sempre a cuore. Il salario minimo a 9 euro costerebbe circa 2,3 miliardi di extra spesa per le imprese.
Inevitabile l’ostilità su questo argomento da parte delle associazioni imprenditoriali.
Un dossier che resta aperto
È stato l’Inps con i suoi tecnici a sottolineare il dato che il 22% dei lavoratori dipendenti del settore privato oggi guadagna per ogni ora di lavoro, meno dei 9 euro del salario minimo grillino. Nel lavoro domestico per esempio, la paga oraria è ridotta a circa la metà del salario minimo ipotizzato.
Nel dossier che adesso dovrà essere lavorato e sistemato durante i probabili nuovi incontri tra governo e sindacati, esce fuori uno spaccato del lavoro in Italia alquanto discriminatorio per molte categorie di lavoratori. Le retribuzioni orarie più misere infatti sono appannaggio di donne e di soggetti con meno di 35 anni di età. Se invece si guarda alla settorialità del lavoro, esce fuori che solo nell’industria la situazione appare in linea con il nuovo salario minimo. Infatti solo un dipendente ogni 10 oggi incassa meno di 10 euro all’ora. Nell’artigianato e nel terziario invece si registrano i dati opposti, con rispettivamente il 52% ed il 34% di addetti ai lavori pagati al di sotto della soglia.
A dare manforte al cavallo di battaglia di Di Maio, anche l’Ocse che prevede, con l’ingresso del minimo salariale di 9 euro, l’adeguamento dello stipendio minimo italiano al resto d’Europa e soprattutto, alla Germania.