Il tema della surrogazione di maternità, la cosiddetta maternità surrogata o utero in affitto, torna ciclicamente ad infiammare il dibattito politico. La pratica è attualmente considerata un reato in questo Paese e non sembra che la legislazione possa essere cambiata in senso positivo, almeno in tempi brevi, vista la ferma contrarietà espressa sulla questione dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Con il leader della Lega, anzi, su posizioni ancora più dure, si schiera il filosofo Diego Fusaro, secondo il quale il ricorso all’utero in affitto non rappresenterebbe altro che un “capriccio” di alcuni membri delle classi sociali più abbienti.

Un modo, insomma, per rendere i neonati una merce acquistabile a richiesta sul mercato globale.

Surrogazione di maternità e legislazione italiana

Prima di entrare nel dettaglio delle dichiarazioni di Diego Fusaro, occorre precisare cosa si intenda per utero in affitto. La surrogazione di maternità consiste in una tecnica di procreazione assistita nel corso della quale una donna, definita ‘gestante d’appoggio’, provvede appunto alla gestazione del nascituro per conto di una o due persone che diventeranno poi i genitori del neonato. Previsto un vero e proprio contratto, con tanto di eventuale retribuzione della madre ‘naturale’ del piccolo. In Italia, attualmente, effettuare la pratica medica dell’utero in affitto si configura come un reato penale.

Anche se, nel caso si ricorra alla surrogazione di maternità in un Paese estero, le procedure italiane prevedono la trascrizione dell’atto di nascita del neonato. Non esiste però un altrettanto automatico riconoscimento del rapporto di genitorialità. Un bel problema per le coppie eterosessuali in cui la donna non è in grado di fornire il suo ovulo alla gestante, oppure per le coppie omosessuali.

L’opinione di Diego Fusaro e di Matteo Salvini

Sul tema della surrogazione di maternità, come anticipato, si è espresso con toni durissimi Diego Fusaro. “Utero in affitto, l'apice della reificazione e del classismo - ha scritto il filosofo marxista sul suo profilo Twitter - Il ventre della donna come magazzino aziendale, il nascituro come merce on demand.

Un abominio disumano, l'ennesimo capriccio individualistico delle classi dominanti, che lo spacciano per diritto”.

Insomma, una condanna senza esitazioni della pratica ultraliberista dell’utero in affitto. Una posizione di chiusura totale molto simile a quella espressa, solo pochi giorni fa, da Matteo Salvini. “Sarò divorziato e separato, ma con una convinzione netta: il bimbo ha bisogno di una mamma e di un papà - ha tuonato il vicepremier durante il suo intervento alla Scuola di Formazione Politica della Lega a Milano - non siamo un ‘partificio’, è qualcosa di abominevole che mi ricorda un'idea che mi fa accapponare la pelle come l'utero in affitto, la cosa più squallida che qualcuno possa ipotizzare”.