Fino al 15 settembre non ci saranno rincari sulle autostrade. Questo è stato già stabilito ed è ormai certo. Ora, però, il vicepremier Luigi Di Maio torna a prendere di petto la questione della revoca della concessione alla famiglia Benetton, al momento a capo del gruppo che gestisce Autostrade per l'Italia. In seguito al disastro del Ponte Morandi, il Ministro si dice convinto che non è concepibile lasciare alla gestione della rete autostradale le stesse persone che non fecero i dovuti controlli.

Blocco dell'aumento dei pedaggi sino al 15 settembre

Il Cda della società Autostrade per l'Italia ha stabilito di bloccare l'aumento dei pedaggi inizialmente previsto per luglio. Sino al 15 settembre perciò le tariffe rimarranno ferme ai valori odierni. Questa decisione sarebbe stata presa per andare a favore degli spostamenti in occasione delle vacanze estive. Inoltre sono state di nuovo confermate le esenzioni specifiche per Genova.

Il vicepremier Di Maio, però, nei giorni dell'abbattimento del Ponte Morandi, torna sulla questione autostrade con estrema decisione. Dice di sognare innanzitutto che l'Italia diventi come la Germania e altri paesi europei, dove le autostrade sono gratuite per tutti.

Spiega però che il meccanismo delle concessioni fu messo in piedi per "ammortizzare l'investimento del privato", e certo non per concedere rendite a vita alla famiglia dei Benetton (coloro che al momento gestiscono il gruppo Atlantia e, dunque, Autostrade per l'Italia).

Per questo Di Maio ribadisce ancora una volta la necessità di revocare la concessione.

Dopo il disastro del Ponte Morandi, il Ministro si dice convinto che l'unico modo per fare giustizia è togliere le autostrade italiane a coloro che non le hanno mantenute a dovere facendo i dovuti controlli. Annuncia anche che alle commemorazioni del 14 agosto, quando si compierà un anno dal crollo del Ponte, si augura di arrivare "con la concessione di revoca almeno avviata".

Commenta poi anche le accuse rivoltegli negli ultimi giorni, secondo cui le sue dichiarazioni avrebbero danneggiato i titoli di Atlantia in borsa. Di Maio non si ritiene colpevole di quanto avvenuto, dal momento che "i titoli crollano se non lavori bene".

'Non è un problema di lavoro: se Autostrade perdesse le concessioni, i dipendenti passerebbero tutti al nuovo ente'

Secondo alcuni, nel caso di una revoca della concessione ad Atlantia, si creerebbe il problema dei migliaia di dipendenti di Autostrade per l'Italia, in quanto costoro potrebbero rimanere senza lavoro.

Di Maio, però, su questo punto chiede di "non buttarla in caciara". A suo parere il problema non sarebbe affatto su questo tema del lavoro.

Spiega quindi che, nell'attimo in cui lo Stato o un nuovo ente privato dovesse prendere il controllo delle autostrade, tutti i lavoratori interessati passerebbero direttamente al nuovo sistema, senza avvertire alcun problema. Il cambio, in sostanza, ci sarebbe soltanto in alto, in chi gestisce il sistema.