Le tensioni nel Governo, nonostante gli avvertimenti del Premier Conte, sembrano aumentare. In quanto a molti sembra sempre più evidente che Salvini abbia intenzione di far cadere l'esecutivo, Di Maio ora ha lanciato un avvertimento al leader della Lega, dichiarando che tradire il contratto significa tradire tutto il paese. Il capo del Movimento 5 Stelle chiede inoltre un maggior rispetto per i ministri pentastellati, vittima sempre più spesso di attacchi anche ingiustificati.

Di Maio: 'Tradire il contratto significa tradire il paese'

Conte, nella conferenza stampa di ieri, ha invitato i due partiti di governo a una maggior calma e a tornare alla collaborazione serena che c'era stata nell'ultimo anno.

Invito, però, che per adesso sembra non aver fruttato grandi risultati, dato che Lega e M5S sono già tornati allo scontro soprattutto nella questione dello Sblocca Cantieri.

Anche per queste ragioni, il vicepremier Luigi Di Maio, durante un'intervista al Corriere della Sera ha lanciato un chiaro avvertimento al ministro dell'interno Matteo Salvini. Il leader 5Stelle ha detto infatti che tradire il contratto di governo significa letteralmente tradire il paese, e quindi ha aggiunto che lui non ha alcuna intenzione di tradire la fiducia dei cittadini. Di Maio, quindi, si rivolge in modo incoraggiante anche a Conte, spiegando che nessuno ha intenzione di "vivacchiare".

Prosegue quindi spiegando che il contratto è sempre servito da faro per due partiti che sono indubbiamente distanti.

Per tornare alla quiete, insomma, secondo il leader pentastellato sarebbe sufficiente seguire i punti già decisi. E per fare ciò, sarebbe bene tenere "un vertice il prima possibile". Aggiunge quindi che ritiene il salario minimo una priorità assoluta, da attuare in tempi brevi, ma apre anche a due punti ritenuti molto importanti dalla Lega: autonomie e Flat Tax.

'Troppi attacchi ai ministri 5 Stelle'

Alla domanda diretta su quanta fiducia riponga in Salvini, Di Maio spiega che il Movimento 5 Stelle è sempre stato leale al contratto di governo. Specifica quindi che non c'è mai stato niente di personale a contrapporre lui e il leader leghista, ma si dice dispiaciuto dagli innumerevoli attacchi indirizzati ai ministri del M5S.

"Perché se siamo una squadra si lavora da squadra." Conclude quindi auspicando che ci sia lealtà tra le due forze di governo.

Su un eventuale rimpasto di governo invece Di Maio afferma che al momento è una questione da non affrontare. Se ai 5 Stelle le poltrone non interessano, al contempo i cittadini non sono interessati a simili questioni. Si unisce quindi al Premier Conte nell'invitare i membri del governo a lavorare di più e a lanciare meno messaggi virtuali. In questo caso il riferimento a Salvini sembra evidente.

Infine il vicepremier ha affrontato anche la questione del 2 giugno, e delle parole del presidente della Camera Roberto Fico che hanno suscitato molte polemiche, giacché aveva dichiarato che era anche la festa "degli immigrati, dei rom e dei sinti".

Di Maio spiega che quella non gli è parsa una provocazione, dato che Fico non è appunto un provocatore. Aggiunge però che non condivide il suo pensiero, e che la festa del 2 giugno deve essere semplicemente la festa di tutti i cittadini per bene. In conclusione, anche in simili casi ciò che occorre è unirsi, e non schierarsi in un fronte o nell'altro.