Dopo più di un anno di governo retto da una maggioranza formata da Lega e Movimento Cinque Stelle, l'esecutivo presieduto da Giuseppe Conte sembra davvero al crepuscolo. Le dichiarazioni delle componenti, con particolare riferimento a Salvini e al Carroccio, non sembrano lasciare dubbi sul fatto che a breve la crisi di governo, già scoppiata a parole, possa veder partire il suo iter ufficiale. Su un legame che ormai appare compromesso e sulla possibilità che l'esperienza dell'Esecutivo presieduto da Giuseppe Conte possa essere davvero giunta a capolinea, si è espresso il filosofo e scrittore Diego Fusaro, ospite della trasmissione Mediaset Stasera Italia che, senza mezzi termini, si è detto molto deluso di quello che pare ormai un destino ineluttabile, non mancando di sottolineare come il Governo gialloverde rappresentasse un'entità invisa ai poteri forti indicati.

Fusaro apprezzava la composizione della maggioranza

Lega e Movimento Cinque Stelle rappresentavano due forze particolarmente eterogenee. Pur non essendo mancati mai i momenti di tensione, a lungo si sono rette su accordi disciplinati da quello che, nel tempo, è diventato il celebre 'contratto' firmato dai due partiti per regolare l'agenda di quello che loro stessi definivano "governo del cambiamento". Una diversità che a Diego Fusaro piaceva e non poco, ma che in vista della rottura, ormai inevitabile, anima in lui un sentimento chiaro. "Sono molto deluso della possibilità di una rottura del Governo gialloverde. Era forte insieme nelle due componenti, quella identitaria della Lega e quella più socialisteggiante del Movimento Cinque Stelle".

Una composizione che, secondo il filosofo, risultava non particolarmente simpatica determinate componenti. "Era questo - ha detto - che rendeva il governo particolarmente inviso ai signori del capitale, del partito unico dell'euro della finanza".

Fusaro vede la Lega come Trump e Bolsonaro

La scissione della maggioranza, secondo Fusaro, porterà a dare una nuova identità sia alla Lega che al Movimento Cinque Stelle "Scindere - ha detto - il gruppo gialloverde significa normalizzarlo automaticamente.

Significa rendere ognuno dei due elementi impotente e di fatto sistemico. La votazione della Lega sul Tav è del tutto emblematico di questo. La Lega rischia di diventare un partito liberista, una sorta di Trump o Bolsonaro in Italia. È quanto vogliono le parti dominanti".

"Il Movimento Cinque Stelle- ha evidenziato Fusaro - è veramente il partito inviso al sistema, nella misura in cui ha elementi populisti e socialisti insieme come il reddito di cittadinanza, l'attenzione per il lavoro.

È quello che più deve essere estromesso dal governo evidentemente".